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noccioli delle drupe si costruivano rosari, da cui il nome locale di 'albero
dei rosari'. Altro nome con cui è noto è 'spaccasassi', perché ha un apparato
radicale molto forte che gli permette di radicare anche in terreni
particolarmente sassosi. I frutti maturi sono commestibili. Il nome generico
era quello di un albero presso i Greci antichi, quello specifico in latino
significa 'meridionale'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Piccoli arbusti. Frutto secco
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Alberi. Frutto carnoso
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Fiori rosa
Spiraea japonica L. f.
Specie originaria di Giappone, Cina e Corea, è stata introdotta in Nord
America e in Europa nel 1870 ed è oggi ampiamente diffusa in tutta Italia a
scopo ornamentale, e segnalata come avventizia in Piemonte, Lombardia,
Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Il nome 'aspirina'
deriva dal genere
Spiraea
, in cui nel XIX secolo era inclusa anche
Filipendula ulmaria
(
Spiraea ulmaria
). L'acido salicilico fu scoperto nel
1839 nei fiori di questa pianta, per cui fu chiamato 'acido spirico'; nel 1859
il chimico tedesco Hoffmann acetilò l'acido salicilico, ottenendo l'acido
acetilsalicilico o acido acetilspirico, da cui la ditta farmaceutica Bayer
coniò il termine 'aspirina'. Il nome generico deriva dal greco 'spéira' (fune),
perché i fusti, a volte contorti, possono ricordare una sottile corda; il nome
specifico allude ad uno dei luoghi d'origine, il Giappone. Forma biologica:
nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Fiori bianchi
Spiraea chamaedryfolia L.
Specie sudsiberiano-pontica, le cui stazioni in Friuli Venezia Giulia, le
uniche italiane, rappresentano l'estremo occidentale dell'areale. Appartiene
ad un genere eurasiatico di piante generalmente arbustive con la maggiore
diversità in Asia centro-orientale. Molte specie e cultivar sono utilizzate da
noi in parchi e giardini a scopo ornamentale. Il nome 'aspirina' deriva dal
genere
Spiraea
, in cui nel XIX secolo era inclusa anche
Filipendula
ulmaria
(
Spiraea ulmaria
). L'acido salicilico fu scoperto nel 1839 nei fiori
di questa pianta, per cui fu chiamato 'acido spirico'; nel 1859 il chimico
tedesco Hoffmann acetilò l'acido salicilico, ottenendo l'acido acetilsalicilico
o acido acetilspirico, da cui la ditta farmaceutica Bayer coniò il termine
'aspirina'. Il nome generico deriva dal greco 'spéira' (fune), perché i fusti, a
volte contorti, possono ricordare una sottile corda; il nome specifico allude
ad uno dei luoghi d'origine, il Giappone. Forma biologica: camefita
suffruticosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Foglie con larghezza massima nella metà basale. Frutto giallo
Prunus cerasifera Ehrh.
Il mirabolano è una specie originaria dell'Asia occidentale, introdotta in
Italia già dai Romani, che ne apprezzavano i frutti. Nell'Italia continentale
si è ampiamente spontaneizzato, divenendo in qualche caso un arbusto
invadente, dal livello del mare agli 800 m circa. Nella nostra regione è
presente qua e là allo stato subspontaneo; in Carso appare raramente presso
gli abitati. Attualmente la sua coltivazione come albero da frutto ha perso
importanza; viene invece ampiamente utilizzato come portainnesto per altre
specie di
Prunus
da frutto, ed è anche impiegato a scopo ornamentale lungo
le strade o nei giardini, soprattutto nelle varietà a foglie arrossate, per le sue
precoci fioriture. Può vivere fino a 80 anni. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, è di etimologia incerta; quello specifico allude alla
somiglianza dei frutti con quelli del ciliegio ('cerasus', nome dato dai
Romani all'amarena e che deriva da Cerasunte, località presso il Mar Nero).
Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
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Foglie con larghezza massima al centro o nella metà
apicale. Frutto blu o rosso
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