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Scolitidi che scavano gallerie tra il legno e la corteccia,
provoca la chiusura dei vasi conduttori e quindi l'essiccazione
della pianta. Il legno resiste bene all’acqua ed è facile da
lavorare, pertanto è molto utilizzato nella costruzione di mobili,
di porte e nella produzione di compensato; è però di qualità
inferiore rispetto a quello di
U. minor
. Il nome generico era già
in uso presso i Romani, quello specifico allude non alle foglie
(che sono pelose) ma alla scorza che rimane per molti anni
liscia. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
marzo-aprile.
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Foglie a base simmetrica
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31
Foglie a base chiaramente troncata o cuoriforme
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Foglie a base non troncata né cuoriforme
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Picciolo più lungo di 4 cm. Frutti portati da lunghi
peduncoli muniti di un'ala trasversale (tigli)
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32
Picciolo più breve di 4 cm. Frutti di aspetto diverso
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Foglie glabre di sotto alla confluenza dei nervi principali
Tilia sp.
Il genere
Tilia
comprende una trentina di specie diffuse nelle
regioni temperate dell'Emisfero Nord. Quasi tutte le specie
sono in grado di ibridare tra loro, ed i tigli che vengono piantati
in parchi, giardini e viali sono spesso degli ibridi di non facile
identificazione. L'ibrido più comune è
Tilia x europea
L., che
deriva dall'incrocio tra due specie selvatiche
T. cordata
e
T.
platyphyllos
e che presenta caratteri intermedi tra le due specie,
ma esistono anche ibridi che coinvolgono specie non europee,
soprattutto
T. americana
L., e che spesso vengono designati
con il nome collettivo di
'Tilia hybrida'
. Il nome generico, già
in uso presso i Romani, deriva dal greco 'ptilon' (ala), in
riferimento alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da
ala durante la disseminazione facilitata dal vento. Forma
biologica: fanerofita scaposa/fanerofita cespitosa. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
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Foglie con ciuffi di peli di sotto alla confluenza dei nervi principali
Tilia platyphyllos Scop. subsp. platyphyllos
Il tiglio nostrano è un albero sudeuropeo-subatlantico presente
allo stato spontaneo in tutte le regioni d'Italia, salvo che in
Sardegna, sino alla fascia montana. Cresce nei boschi freschi di
latifoglie decidue su suoli argillosi profondi, piuttosto ricchi in
basi e composti azotati. I fiori e le brattee sono usati in
erboristeria per la preparazione di tisane calmanti ed emollienti
Il legno è usato per lavori di falegnameria e tornitura. I Romani
utilizzavano la corteccia, tagliata in strisce, seccata e
successivamente macerata, per ricavarne delle fibre usate nella
fabbricazione di corde, tessuti e nella preparazione delle
'vincula tiliae', bende per fasciare le ferite. È un albero longevo
che può vivere fino a 1500 anni. Il nome generico, già in uso
presso i Romani, deriva dal greco 'ptilon' (ala), in riferimento
alla brattea del peduncolo fruttifero che funge da ala durante la
disseminazione facilitata dal vento; il nome specifico deriva dal
greco 'platys' (largo) e 'phyllon' (foglia). Forma biologica:
fanerofita scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura: