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Palma originaria della Cina orientale e centrale, viene coltiva
frequentemente come pianta ornamentale per il portamento e la
rusticità che la rende adatta all'ambiente urbano; la resistenza al
freddo (è in grado di sopportare temperature fino a -10 °C) ne
consente la diffusione non solo nel Meridione, ma anche in Italia
settentrionale. Il tessuto fibroso che avvolge la base delle foglie e
ricopre il fusto è particolarmente tenace e resistente e viene
adoperato in Cina per lavori di intreccio, come stuoie e funi. Il nome
generico deriva dal greco 'trachýs' (ruvido) e 'karpós' (frutto), per
l'aspetto dei frutti. La specie è dedicata a Robert Fortune (1812-
1880), raccoglitore in Cina di piante per la Royal Horticultural
Society. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
marzo-giugno.
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Foglie pennate. Tronco ramificato
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia
occidentale, introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico
(archeofita) e spesso subspontaneo in quasi tutta l'Italia dal livello
del mare ai 1200 m circa. Cresce in boschi e boscaglie disturbati, su
suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e freschi. Il legno, di colore
bruno scuro, è pesante, durevole e con belle venature, ed è impiegato
nella fabbricazione di mobili di pregio. Con il mallo di frutti acerbi,
da raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno di San Giovanni
Battista, si prepara il liquore 'nocino'. I semi sono largamente
utilizzati nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio
alimentare impiegato anche nelle industrie di vernici, di colori e in
profumeria. Le radici contengono lo juglone, una sostanza che può
avvelenare gli alberi circostanti. Può vivere fino ai 600 anni e il suo
tronco può raggiungere i 2 m di diametro. Il nome generico deriva
dal latino 'Jovis glans' (ghianda di Giove); quello specifico significa
'regale' ed allude anch'esso a Giove, il re degli dei. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Pianta lianosa, rampicante
Hedera helix L. s.l.
L'edera è una specie mediterraneo-atlantica comune in tutta Italia dal
livello del mare sino alle faggete termofile della fascia montana
inferiore. Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui
raggiunge la chioma in siti umidi, formando intrichi con
Clematis
vitalba
ed altre liane. Mostra marcata eterofillia, cioè la forma delle
foglie dei rami vegetativi è molto diversa da quella delle foglie dei
rami fioriferi. È comunemente coltivata come pianta ornamentale,
come tappezzante di terreni molto ombreggiati e per ricoprire muri o
pergolati. Ne esistono numerosissimi ibridi e cultivar che
differiscono per la forma, dimensioni e colore delle foglie (frequenti
sono quelli a foglie variegate). Sia i Greci che i Romani
consideravano l'edera un simbolo di forza vitale; questo per la sua
longevità e perché si tratta di una pianta sempreverde. I fiori, ricchi
di nettare, sono visitati da molte specie di insetti (es. api). La pianta è
tossica (saponine triterpeniche ed alcaloidi) se ingerita ed il contatto
con le foglie può originare reazioni fotoallergiche. Il nome generico
è assonante con 'hadaéreo' (io aderisco); quello specifico in greco
significa 'attorcigliamento', alludendo al modo che ha la pianta di
attorcigliarsi 'ad elica' ai suoi supporti. Forma biologica: fanerofita
lianosa. Periodo di fioritura: settembre-ottobre.