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tanti piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico si
riferisce sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente
(esistono anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare
confusione col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Fiori con petali. Frutto diverso da una mora
Pyrus communis L.
Il pero comune deriva forse da incroci fra il pero selvatico europeo
ed un pero dell'Asia Occidentale (
P. communis
subsp.
caucasica
).
Ampiamente coltivato in tutta Italia sino alla fascia montana, è
sporadicamente rinselvatichito nelle siepi che delimitano antiche
proprietà. Le forme selvatiche, che secondo alcuni autori non
meritano nemmeno il rango infraspecifico, crescono su suoli
argillosi freschi, sciolti, ricchi in basi. È una pianta abbastanza
rustica che si adatta bene a tutti i tipi di terreno, predilige posizioni
soleggiate e può vivere circa 200 anni. La potatura viene effettuata
solo per migliorare la produttività, mentre non influisce sull'estetica.
Il legno, pesante, duro e compatto, viene usato nella costruzione di
oggetti di precisione come righelli o squadre. La coltivazione a
scopo alimentare risale a tempi antichissimi. Fu citato da Omero,
mentre nelle Bucoliche, Virgilio sprona Melibeo a innestare i peri,
dimostrando l'uso consolidato di questa pratica. Dal XIX secolo
sono state prodotte cultivar di qualità e oggi esistono migliaia di
varietà; i frutti possono essere consumati freschi, cotti e utilizzati per
fare marmellate. Il nome generico deriva dal greco 'pyr, pyròs'
(fuoco, del fuoco), per la forma conica dei frutti. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Rami lungamente pendenti (salice piangente)
Salix x sepulchralis Simonk.
Il salice piangente è originario delle regioni temperate della Cina, e
ne è documentata la presenza in Italia dal 1735. Viene impiegato in
tutta Italia come albero ornamentale da piantare soprattutto al
margine dei laghetti, dal livello del mare agli 800 m circa. La specie
è stata a lungo chiamata
S. babylonica
L., un nome che allude ai
salici citati nella Bibbia sulle rive di Babilonia, ma quello coltivato
più frequentemente da noi è un ibrido tra
S. babylonica
e
S. alba
. Il
nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal
celtico 'sal lis' (presso l'acqua). Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Rami non lungamente pendenti
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Foglie fortemente contorte
Salix matsudana Koitz. 'tortuosa'
Specie originaria dalla Cina nordorientale, dove è presente con 3
varietà. La sua distinzione a livello specifico con
S. babylonica
è
messa in dubbio da alcuni autori: l’unica differenza sostanziale
sarebbe la presenza di due nettari nei fiori femminili invece di uno
solo. Da noi è ampiamente coltivata a scopo ornamentale la cultivar
‘Tortuosa’ caratterizzata da foglie e rami fortemente contorti. La
specie è dedicata al botanico giapponese Sadahisa Matsudo (1857-
1921), studioso della flora cinese. Forma biologica: fanerofita
scaposa.
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Foglie non contorte
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