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significa 'nocivo, malefico, dannoso', alludendo alla velenosità della
pianta. -
Descrizione:
Pianta erbacea annuale di 15-50 cm con fusto
eretto, glabro, molto ramoso, multifloro. Le foglie basali sono palmato-
lobate o -partite, quelle del fusto sono intere e lineari-lanceolate, di 1-4 x
10-25 mm. I fiori sono larghi circa 4 mm, con 5 sepali rivolti verso il
basso, 5 petali liberi, gialli, di 1.5-2 mm, numerosissimi stami e carpelli
liberi disposti a spirale su un ricettacolo fortemente convesso. I frutti sono
acheni di circa 1 mm disposti in una infruttescenza più lunga che larga.
Fiorisce tra maggio e giugno.
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Foglie munite di vescicole rigonfie. Fiori a simmetria
bilaterale
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Foglie senza vescicole rigonfie. Fiori a simmetria raggiata
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Foglie con 1-8 vescicole. Alcuni fusti verdi, natanti, altri incolori fissati nel fango.
Segmenti fogliari senza dentelli o con 1 dentello per lato (lente!). Sperone saccato o
ampiamente conico, ottuso, non più lungo che largo
Utricularia minor L.
Specie europea presente in tutte le regioni dell'Italia settentrionale (salvo
forse che in Emilia-Romagna), in Toscana ed in Umbria. La distribuzione
regionale, molto sparsa e lacunosa, si concentra nella bassa pianura
friulana al di sotto della linea delle risorgive e nell'area dell'anfiteatro
morenico, con poche e sparse stazioni nel Carso goriziano e nei
fondovalle delle aree montuose del Friuli. Cresce in acque stagnanti
mesotrofiche, spesso in aree con substrato calcareo, dal livello del mare ai
1800 m circa, ed è in forte regresso. Le caratteristiche vescichette delle
Utricularia
agiscono sia da galleggianti che da minuscole trappole: hanno
una serie di piccole setole all'estremità e contengono aria. Quando le
setole vengono toccate, ad esempio da un piccolo crostaceo, la trappola si
apre e l'animale viene risucchiato dentro la vescichetta dall'afflusso di
acqua, fornendo alla pianta i composti azotati che scarseggiano
nell'habitat in cui vive. Il nome generico deriva dal latino 'utriculus'
(piccolo otre), alludendo alle caratteristiche vescichette. -
Descrizione:
Pianta erbacea perenne di 1-5 dm, con getti invernali sferici e glabri. I
rami natanti sono verdi, e portano foglie di 1-2 cm divise in 14-20
segmenti senza dentelli (raramente con 1 dentello per lato) e con fino a 8
vescicole di (0.5-)1-1.8 mm; i rami d'ancoraggio sono ialini, con foglie e
vescicole ridotte. Il fusto è sottile, di 3-15 cm e porta 2-5 fiori zigomorfi,
con brattea rossastra di 2 mm, calice bilabiato ed arrossato di 2-3 mm,
corolla di 6-8 mm, bianco-giallastra con vene aranciate, con labbro
superiore arrotondato più corto del palato appiattito e labbro inferiore
ovale largo 5-6 mm, e con uno sperone saccato di 1-2 mm, ottuso, al
massimo tanto lungo che largo. Fiorisce tra giugno e agosto.
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Foglie con 10-200 vescicole. Fusti tutti verdi e natanti. Segmenti fogliari dentellati e con
1 o più ciglia per dentello. Sperone almeno all'apice strettamente cilindrico, acuto, più
lungo che largo
Utricularia vulgaris L.
Specie circumboreale presente con certezza in molte regioni dell'Italia
settentrionale ed in Umbria. La distribuzione regionale è sparsa e si
concentra nella parte orientale della pianura friulana al di sotto della linea
delle risorgive e nell'area dell'anfiteatro morenico, con alcune stazioni
nelle Alpi Carniche. Cresce in acque basse, stagnanti, oligo-mesotrofiche,
raramente eutrofiche, anche in siti ombrosi, dal livello del mare ai 1000 m
circa. Le caratteristiche vescichette delle
Utricularia
agiscono sia da
galleggianti che da minuscole trappole: hanno una serie di piccole setole
all'estremità e contengono aria. Quando le setole vengono toccate, ad
esempio da un piccolo crostaceo, la trappola si apre e l'animale viene
risucchiato dentro la vescichetta dall'afflusso di acqua, fornendo alla
pianta i composti azotati che scarseggiano nell'habitat in cui vive. Il nome
generico deriva dal latino 'utriculus' (piccolo otre), alludendo alle
caratteristiche vescichette; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus'