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Rami giovani coperti da una fitta peluria brunastra. Frutto più largo di 4 cm
Diospyros kaki L.f.
Il genere ha distribuzione prevalentemente tropicale ed include
molte piante di interesse economico, soprattutto per il legno duro e
compatto (ebano); il caco è originario dell'Asia orientale (Cina
nord-occidentale) e si estese per coltivazione in Corea e Giappone
sin da tempi antichi. Fu introdotto in Europa intorno alla metà
dell'800. In Italia i primi impianti specializzati per la produzione di
frutti sorsero nel Salernitano dopo la prima guerra mondiale;
coltivato (con numerose cultivar) sia per la produzione di frutti che
a scopo decorativo in parchi e giardini, dal livello del mare ai 600
m circa, non tende ad inselvatichire. Il caco è uno dei più antichi
alberi da frutto coltivati dall'uomo (in Cina da più di 2.000 anni). È
definito dai cinesi 'l'albero delle sette virtù': vive a lungo; dà
ombra; permette agli uccelli di nidificare fra i rami; non è attaccato
da molti parassiti; in autunno ha foglie decorative giallo-rosse che
permangono sino ai geli; il legno è un buon combustibile; il
fogliame caduto concima il terreno. Il nome generico è dato
dall'unione dei due termini greci antichi ‘diós’ (Dio) e ‘pyrós’
(frutto) e letteralmente significa 'frutto degli dei'; il nome specifico
è uno dei nomi giapponesi della pianta. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Rami giovani subglabri o con peluria grigia. Frutto più stretto di 4 cm
Diospyros lotus L.
Albero originario delle zone temperate dell’Asia, introdotto in
Europa come pianta ornamentale o come portainnesto del caco.
Predilige terreni calcarei asciutti. I frutti, commestibili, sono una
piccola bacca sferica di 2 cm di colore giallo-arancio: inizialmente
molto aspri, avvizzendo, diventano dolci e gradevoli. La specie è
conosciuta sotto diverse denominazioni, tra le quali ‘legno di
Sant'Andrea’ e ‘legno santo’, perché leggenda vuole che
Sant'Andrea fosse stato crocifisso proprio su quest'albero. Il nome
generico è dato dall'unione dei due termini greci antichi ‘diós’
(Dio) e ‘pyrós’ (frutto) e letteralmente significa 'frutto degli dei'. Il
nome specifico deriva dal greco 'lotos' e lat. 'lotus' nome con cui
venivano indicate diverse piante fra cui trifoglio e meliloto,
leguminose selvatiche foraggere e commestibili, ed il famoso Loto
di cui si nutrivano i lotofagi, una pianta non identificata con
sicurezza, di cui uno dei candidati è proprio questa specie. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.