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Specie eurasiatico-temperata diffusa in tutta la regione sino alla fascia
montana inferiore. In Carso è comunissima. Originaria di alvei fluviali
(canneti disturbati) è poi passata a vegetazioni ruderali quali margini di
boschetti disturbati, siepi, discariche, coltivi etc., su suoli limoso-argillosi
piuttosto freschi e profondi, ricchi in composti azotati, da neutri a
subacidi, con
Calystegia sepium
,
Humulus lupulus
,
Rubus caesius
etc. Il
nome generico deriva dal latino 'solamen' = sollievo, ma la dulcamara è
velenosa per l'alto contenuto in solanina dei frutti acerbi. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
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Foglie a base chiaramente cuoriforme
528
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Fiori grandi, rosa o violetti, a forma di campanella. Frutto secco
Ipomoea purpurea (L.) Roth
Specie di origine neotropicale, da noi coltivata per ornamento di siepi e
muri e spesso inselvatichita, soprattutto presso gli abitati. Il fiore si apre
solo al mattino, pedendo di turgore nelle ore pomeridiane. il nome
generico deriva dal greco 'if-ipós' (convolvolo-del convolvolo) e
'hómoios' (simile), per la somiglianza dei fiori con quelli del convolvolo.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-ottobre.
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Fiori piccoli, verdastri. Frutto carnoso
Tamus communis L.
Specie submediterranea diffusa in regione dalla costa alla fascia montana
inferiore ove diviene più sparsa e rara. In Carso è comune quasi ovunque.
Cresce in boschi e boscaglie termofili e nei rispettivi mantelli, su suoli da
poco a mediamente profondi, sia calcarei che marnoso-arenacei,
abbastanza umiferi ed esposti ad una certa siccità estiva, con
Bryonia
dioica
,
Ligustrum vulgare
,
Rubus ulmifolius
etc. Il nome generico fu
usato da Plinio e da Columella per un vitigno selvatico. I germogli sono
commestibili previa cottura ma le parti fresche sono tossiche ed i frutti
molto velenosi; il contatto con le foglie può causare irritazioni della pelle.
Forma biologica: geofita radicegemmata. Periodo di fioritura: aprile-
luglio.
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Petali fusi tra loro in una corolla a forma di campanella
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Petali liberi
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Fiori lunghi 3-4.5 cm. Calice parzialmente nascosto da 2 brattee fogliacee
Calystegia sepium (L.) R. Br. subsp. sepium
Specie eurasiatico-sudeuropea oggi divenuta subcosmopolita nella zona
temperata. In regione è diffusissima, rarefacendosi a partire dalla fascia
montana. In Carso è comune ovunque. Ha l'optimum lungo il corso
medio-inferiore dei fiumi da cui è passata alle aree agricole. Cresce su
suoli limoso-argillosi freschi, ricchi in composti azotati, con
Cuscuta
europaea
,
Epilobium hirsutum
,
Solidago gigantea
etc. Il nome generico
deriva dal greco 'kàlix' (calice) e 'stéghe' (tetto), per le grandi brattee che
proteggono il calice; il nome specifico deriva dal latino 'saepes' (siepe) in
riferimento all'habitat. La pianta è debolmente tossica. Forma biologica:
emicriptofita scandente. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Fiori lunghi 1.5-3 cm. Calice non nascosto, con brattee brevi
Convolvulus arvensis L.