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Il pioppo bianco è un albero eurasiatico-sudeuropeo concentrato nella
parte meridionale della regione con singole stazioni nei fondovalle delle
Alpi. In Carso è abbastanza diffuso ma comune solo nelle aree umide
presso la costa. Forma boschetti, a volte lungo corsi d'acque ed in aree
palustri, su suoli limoso-argillosi profondi e ricchi in basi, a volte
periodicamente sommersi, con
Populus × canescens
,
Salix alba
,
Ulmus
minor
etc. Il nome generico, di etimologia incerta, era già in uso presso
gli antichi Romani; quello specifico allude al colore chiaro della faccia
inferiore delle foglie e della corteccia. Dal legno si ottiene un'ottima pasta
da carta; è impiegato anche nella fabbricazione di fiammiferi,
compensati, truciolati. Il portamento maestoso lo rende adatto a scopo
ornamentale per parchi e giardini. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
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Foglie a contorno non pentagonale, mai bianche di sotto
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Frutto carnoso simile ad una mora. Lobi apicali, rivolti verso l'apice fogliare
Broussonetia papyrifera (L.) Vent.
Specie di origine asiatico-orientale introdotta in Europa nella metà del
XVII secolo ed oggi diffusa in tutta la parte meridionale della regione. In
Carso è comune ovunque. Cresce in ambienti ruderali, compresi i muri,
ma è anche un alberello ornamentale spesso piantato lungo le strade. A
volte diviene dominante - forse per allelopatia - assieme ad
Ailanthus
altissima
e
Robinia pseudacacia
. Il genere è dedicato al naturalista
francese P. M. A. Broussonet (1761-1807). In Asia era utilizzata per
produrre carta, da cui il nome specifico. Forma biologica: fanerofita
cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Frutto secco (ghianda). Lobi disposti tutt'attorno al contorno
fogliare, non rivolti verso l'apice
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Ghiande con cupula ricoperta da escrescenze allungate. Legno rossastro, negli esemplari maturi visibile
tra le screpolature della scorza
Quercus cerris L.
Il cerro, diffuso dall'Europa sudorientale all'Asia occidentale, in regione
si concentra nel Carso, in Collio e nella Valle dello Judrio. In Carso è
diffuso e localmente comune. Cresce nei boschi maturi (
Seslerio-
Quercetum petraeae
,
Asaro-Carpinetum
), su terre rosse profonde o suoli
limoso-argillosi decalcificati, da neutri a subacidi, umiferi, freschi ma
subaridi d'estate, con
Carpinus betulus
,
Quercus petraea
,
Sorbus
torminalis
etc. Il nome generico e quello specifico, già in uso presso gli
antichi, sono di etimologia incerta. Non ha ampi impieghi ad eccezione
dell'uso come legname da ardere; il legno è usato per traversine
ferroviarie, doghe per botti e raggi per ruote; le ghiande hanno un elevato
contenuto in tannini che le rendono amare, e quindi non appetibili per il
bestiame. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Ghiande con cupula a squame appressate. Legno non rossastro
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Foglie glabre sulla faccia inferiore, salvo a volte presso le biforcazioni dei nervi. Rami giovani glabri o
quasi
Quercus petraea (Matt.) Liebl. subsp. petraea
La rovere è un albero europeo diffuso in regione dal Carso al territorio
montano, raro nella bassa pianura. In Carso non è molto comune. Cresce
in boschi maturi su suoli argillosi piuttosto profondi, da moderatamente
aridi a freschi, spesso decalcificati; rifuggendo da ristagni d'acqua, con
Acer campestre
,
Carpinus betulus
,
Quercus cerris
etc. (
Seslerio-
Quercetum petraeae
). Il nome generico, già in uso presso gli antichi, è di
etimologia incerta. Il legno, molto pregiato è simile a quello della farnia,
ma più denso; è utilizzato, nella fabbricazione di mobili, nell'edilizia, per
travature, parquet, nei cantieri navali e nella costruzione di doghe per
botti adatte per l'invecchiamento dei vini; ottimo combustibile, è anche
utilizzato per la produzione di carbone da legna. Forma biologica: