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Ostrya carpinifolia Scop.
Il carpino nero è un albero submediterraneo-pontico diffuso in regione
sino alla fascia montana inferiore con una lacuna nella bassa pianura
dovuta alla distruzione dei boschi. In Carso è abbondantissimo ovunque
in boschi e boscaglie, su suoli ben drenati sia calcarei che marnoso-
arenacei, da molto primitivi e ricchi in scheletro a piuttosto evoluti come
negli aspetti più freschi della boscaglia, ove cresce con
Fraxinus ornus
,
Quercus petraea
e
Q. pubescens
. Il nome generico in greco significa
'ostrica', per la forma a valva delle brattee che racchiudono i semi. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie con larghezza massima al centro, con al massimo 14 coppie di
nervi. Ala del frutto trilobata o tridentata
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Foglie lunghe al massimo 4 cm, con picciolo di 2-4 mm
Carpinus orientalis Mill. subsp. orientalis
Albero-arbusto pontico-mediterraneo orientale, da noi ristretto al Carso
ove - con distribuzione discontinua - trova il limite settentrionale
dell'areale. Cresce su suoli argillosi profondi in versanti protetti dalla
bora. Forma lo strato arboreo medio della macchia mediterranea costiera
(Cernizza) ed è comune nelle quercete su flysch, ove causa la rarefazione
del tappeto di
Sesleria autumnalis
, associandosi a dense colonie di
Asparagus acutifolius
,
Rubia peregrina
e
Ruscus aculeatus
. Forma
biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Foglie più lunghe di 4 cm, con picciolo di circa 1 cm
Carpinus betulus L.
ll carpino bianco è un albero europeo-continentale, presente in regione
sino alla fascia montana inferiore. In Carso è diffuso ma non comune:
cresce sui versanti esposti a nord e sul fondo delle doline, su terreni
argillosi profondi molto freschi ed umiferi, con
Corylus avellana
,
Quercus cerris
e
Q. petraea
(
Asaro-Carpinetum
). Il legname è di difficile
lavorazione perché a fibre contorte, duro e tenace; viene impiegato nella
fabbricazione di arnesi sottoposti a sforzo (manici, ruote dentate, denti di
rastrello, ecc.). Il carbone, un tempo, era impiegato in modo speciale per
preparare la 'polvere da schioppo'. Dalla corteccia si ricavano principi
tintori usati per colorare in giallo ed in bruno le sete, le lane ed il cotone.
Le foglie, sia fresche che secche, forniscono un buon foraggio per ovini e
suini. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-
giugno.
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Petali rosa. Foglie almeno 2.5 volte più lunghe che larghe. Frutto vellutato (pesca)
Prunus persica (L.) Batsch
Il pesco, originario della Cina, è spesso inselvatichito nelle parti più calde
della regione (Carso e pianura friulana). In Carso appare sporadicamente
lungo strade, nelle siepi, in boschetti disturbati, nelle discariche e presso
gli abitati, su suoli argillosi piuttosto asciutti e abbastanza ricchi in
composti azotati, con
Celtis australis
,
Parthenocissus quinquefolia
,
Solanum dulcamara
etc. Fu introdotto in Persia (da cui il nome) e da lì a
Roma nel I secolo d.C., diffondendosi in tutto il bacino del Mar
Mediterraneo; in Egitto il frutto era sacro ad Arpocrate, il dio del silenzio
e dell'infanzia (infatti tutt'oggi si paragonano le guance dei bambini alle
pesche). In Europa è usato sia come pianta da frutto che come pianta
ornamentale. Il nome generico era già in uso presso i Romani. Il nome
specifico 'persica' allude al territorio da cui la pianta fu introdotta in
Europa. Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo
di fioritura: aprile-maggio.
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Petali bianchi, o rosa solo in parte. foglie meno di 2.5 volte più lunghe
che larghe. Frutto non vellutato
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Ovario infero, completamente nascosto nel ricettacolo. Frutto contenente più semi