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Specie di origine sudeuropea divenuta ormai subcosmopolita. In regione
è diffusa ovunque sino alla fascia subalpina ed è comunissima in Carso.
Cresce in vegetazioni disturbate e spesso esposte a calpestio, in giardini,
coltivi, margini di strade e habitat ruderali, su suoli abbastanza freschi ed
umiferi, ricchi in composti azotati, con
Lolium perenne
,
Plantago
lanceolata
,
P. major
etc. Una singola pianta è capace di produrre più di
500.000 semi attaccaticci facilmente dispersi dagli animali. Veniva
utilizzata per curare le ferite; le foglie giovani sono commestibili. Il nome
generico deriva dal latino 'capsa' (contenitore per papiri, cofanetto);
quello specifico allude alla somiglianza dei frutti con delle piccole
bisacce. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura:
marzo-ottobre.
320
Frutto a contorno non triangolare
321
321
Foglie basali più larghe di 5 cm e più lunghe di 30 cm. Pianta coltivata (cren)
Armoracia rusticana G. Gaertn., B. Mey. & Scherb.
Specie ampiamente diffusa soprattutto in passato, in quanto coltivata per
la radice condimentaria (cren). La frammentaria distribuzione regionale
riflette una scarsa tendenza alla spontaneizzazione. In Carso è abbastanza
diffusa, ma sempre presso gli abitati ove viene ancor oggi coltivata. Il
nome generico, già in uso in tempi Romani, deriva da Armorica, la
Bretagna, da cui essi l'avrebbero diffusa in tutto l'Impero. Il nome 'cren' è
invece di origine slava. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di
fioritura: maggio-luglio.
321
Foglie basali più strette di 5 cm e più brevi di 30 cm. Piante spontanee
Lepidium campestre (L.) R. Br.
Specie eurimediterranea, spesso di antica introduzione ai margini
dell'areale, diffusa in regione dalla costa ai fondovalle ma con ampie
lacune. In Carso è piuttosto comune in vegetazioni ruderali, nelle colture
sarchiate, lungo le strade, presso discariche, su suoli argilloso-limosi per
lo più carbonatici, abbastanza freschi e ricchi in composti azotati, con
Euphorbia helioscopia
,
E. peplus
,
Veronica persica
etc. Il nome generico
deriva dal greco 'lepidion' (piccola squama), per la forma dei frutti.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-agosto.
322
Piante spinose
323
322
Piante non spinose
326
323
Piante sempreverdi con foglie (in realtà fusti simili a foglie: cladodi) pungenti solo all'apice. Frutto
carnoso
Asparagus acutifolius L.
Specie stenomediterranea diffusa soprattutto nella parte orientale della
regione, dalla costa fino alla conca di Tolmezzo ove è però rara. È
frequente in Carso, soprattutto sui versanti meridionali, ove sottolinea -
con
Lonicera etrusca
e
Pistacia terebinthus
- gli aspetti più caldi dei
margini di bosco, sia su calcare assieme ad
Osyris alba
, che su flysch
come nel Muggesano - con
Spartium junceum
(
Asparago-Spartietum
). I
germogli sono commestibili previa cottura. I frutti sono tossici. Il nome,
che deriva dal greco 'aspharagos' = germoglio, era già in uso in antichità.
Forma biologica: geofita rizomatosa/nano-fanerofita. Periodo di fioritura:
agosto-settembre.
323
Piante non sempreverdi, con spine sui fusti o al margine delle foglie.
Frutto secco
324
324
Fiori gialli, non disposti in capolini. Foglie più strette di 1 cm
Genista germanica L.