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cui è spesso dominante. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di
latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi profondi, freschi, umiferi, ricchi
in basi e composti azotati. Le qualità alimentari della nocciola sono note fin
dall'antichità: sono un alimento energetico di grande valore e una preziosa
fonte di vitamine e minerali. L'industria dolciaria utilizza la farina di
nocciole per la produzione di nocciolati, torroni e pasta di gianduia (creata
quando Napoleone bloccò l'importazione delle spezie e si verificò una
penuria di cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la coltivazione
come pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo combustibile, è
utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal greco 'koris'
(elmo), e allude alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre la nocciola; il
nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella provincia di
Avellino, noto fin dai tempi dei Romani per la produzione di nocciole.
Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Albero più alto di 3 m. Foglie più strette di 6 cm
Alnus cordata (Loisel.) Loisel.
Specie endemica dell'Italia meridionale, dalla Campania alla Calabria, oggi
frequentemente utilizzata anche a scopo ornamentale in viali, parchi e
giardini, e quindi diffusa anche al di fuori del suo areale naturale,
soprattutto nell'Italia centrale. La specie può trovare utile impiego per il
consolidamento di zone umide e franose. Gli apparati radicali ospitano
batteri azotofissatori simbionti, per cui la pianta fertilizza naturalmente il
suolo. Si differenzia dagli altri ontani perché sopporta bene la carenza
idrica e la sua crescita è favorita in terreni acidi; queste caratteristiche
permettono di utilizzarlo nel rimboschimento di terreni nudi ricchi di
argilla e di scheletro. Il nome generico potrebbe derivare dalla radice
celtica 'al lan' (presso l'acqua) per l'ecologia di molte specie; il nome
specifico, dal latino 'cor-cordis' (cuore) allude alle foglie a base cuoriforme.
Forma biologica: fanerofita. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Piante sempreverdi con foglie coriacee
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Piante non sempreverdi
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Piccolo arbusto con rami appressati al suolo, più basso di mezzo metro
Cotoneaster sp.
Il genere
Cotoneaster
, prevalentemente eurasiatico, include numerosissime
specie provenienti da diverse aree dell'emisfero settentrionale, con forte
diversificazione di specie soprattutto in Cina e nella regione dell'Himalaya.
La maggior parte delle specie predilige di norma i suoli calcarei e non
sopporta il ristagno idrico. Il genere comprende circa 260 specie, da arbusti
a piccoli alberi coltivati a scopo ornamentale. Molte di esse sono state
soggette ad ibridazione con la creazione di numerosissime cultivar oggi
ampiamente diffuse in parchi e giardini. In Italia esistono alcune specie
spontanee di
Cotoneaster
, ma quelle presenti in parchi e giardini derivano
da specie quasi sempre importate in Europa per uso ornamentale. Il nome
generico deriva dal greco 'kydonéa' (cotogno) per la somiglianza delle
foglie di alcune specie con quelle del melo cotogno.
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Alberi od alti arbusti (più alti di mezzo metro)
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Foglie con forte odore di alloro
Laurus nobilis L.
L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico, di antica introduzione in Italia
settentrionale, ove anche grazie ai merli che ne diffondono i semi è diffuso
anche allo stato subspontaneo. È presente in tutta Italia (in Valle d'Aosta,
Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia come avventizia).
Anche nella nostra regione è di antica introduzione, coltivata e diffusa allo
stato subspontaneo; in Carso è piuttosto comune. Cresce in stazioni
soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera ed il pungitopo forma piccole
oasi di laurofille sempreverdi, soprattutto su substrati arenacei freschi, dal
livello del mare agli 800 m circa. Le foglie sono notissime come
condimento. I frutti contengono olii essenziali ed un grasso impiegato in
profumeria. L'olio di lauro, estratto dai semi, è un componente dell'olio