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lunghezza del segmento, disposti in gruppetti di 3 e di grandezza più
o meno uguale. Semi neri lucidi, leggermente verrucosi o quasi lisci.
- Veniva utilizzata nella cura contro lo scorbuto per l'alta quantità di
vitamina C. La pianta è commestibile anche da cruda. Il nome
generico deriva dal greco 'arthron' (giuntura) e 'kneme'
(articolazione), e significa quindi 'con giunture articolate'; quello
specifico deriva anch'esso dal greco 'makrós' (lungo, grande) e
'stachys' (spiga), e significa 'con grandi spighe'. Forma biologica:
camefita succulenta. Periodo di fioritura: agosto-settembre.
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Piante con fusti volubili, attorcigliati ai substrati. Fiori a
forma di campanella
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Piante con fusti non volubili. Fiori non a forma di
campanella
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Fiori larghi circa 4 cm. Calice parzialmente nascosto da 2 brattee fogliacee
Calystegia sepium (L.) R. Br. subsp. sepium
Specie eurasiatico-sudeuropea oggi divenuta subcosmopolita nella
zona temperata, presente in tutta Italia al di sotto della fascia
montana. Ha l'optimum lungo il corso medio-inferiore dei fiumi da
cui è passata alle aree agricole come infestante delle colture erbacee,
dei cereali, dei vigneti e degli incolti, su suoli limoso-argillosi
freschi, ricchi in composti azotati. - Pianta erbacea perenne di 3-12
dm, con fusto volubile, glabro e avvolgentesi verso destra. Foglie
alterne, semplici, con picciolo di 1-3 cm e lamina sagittata di 3-8 x
6-9 cm, ondulate sul bordo e con insenatura basale profonda 1/6-1/3
della lamina. Fiori larghi circa 4 cm, isolati all'ascella delle foglie
mediane, su peduncoli alati di 4-8 cm; calice di circa 13 mm,
parzialmente ricoperto da brattee di 10-13 x 15-18 mm, spesso
screziato di rosso. Corolla candida, imbutiforme, lunga 5 (3-7) cm;
stami di (15-)17-23(-25) mm con antere di 4-6 mm. Frutto a capsula.
- Il nome generico deriva dal greco 'kàlix' (calice) e 'stéghe' (tetto),
per le grandi brattee che proteggono il calice; il nome specifico
deriva dal latino 'saepes' (siepe) in riferimento all'habitat. La pianta è
debolmente tossica. Forma biologica: emicriptofita scandente.
Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Fiori larghi circa 2.5 cm. Calice non nascosto, con brattee brevi
Convolvulus arvensis L.
Specie eurasiatico-sudeuropea oggi divenuta subcosmopolita nelle
zone temperato-calde, presente in tutta Italia dal livello del mare alla
fascia montana superiore. Cresce come infestante in vegetazioni
ruderali presso gli abitati, ai margini di strade e viottoli campestri, in
coltivi, scarpate, giardini e vigneti, su suoli argillosi spesso costipati,
ricchi in composti azotati ma poveri in humus, a volte anche
subsalsi. - Pianta erbacea perenne di 1-5(-10) dm, con rizoma
biancastro. Fusti erbacei scandenti, volubili, striati, generalmente
avvolti verso sinistra, sottili alla base e ingrossati in alto. Foglie
semplici, alterne, con picciolo di 2-3 cm e lamina astata di 2-3 x 3-5
cm. Fiori larghi circa 2,5 cm, all'ascella delle foglie mediane, con
calice campanulato di 4-5 mm, corolla bianco-rosea imbutiforme di
(10-)15(-25) mm, antere violette e stigma con 2 lobi candidi
divergenti. Frutto secco (capsula) glabro e sferico. - La pianta è
debolmente tossica. Il nome generico deriva dal latino 'convolvere'
(avvolgere), per i fusti volubili; il nome specifico in latino significa
'dei campi arati'. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di