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Specie circumboreale presente lungo tutto l'arco alpino e sull'Appennino
settentrionale (avventizia e naturalizzata in Sardegna) sino a circa 1300
m. Cresce lungo i corsi d'acqua come specie pioniera, su suoli
prevalentemente calcarei. Il nome generico, già in uso presso i Romani,
potrebbe derivare dalla radice celtica 'al lan' (presso l'acqua) per l'ecologia
di molte specie; il nome specifico allude alla pelosità della pagina
inferiore delle foglie. Il legno non è molto pregiato. Gli apparati radicali
ospitano batteri azotofissatori simbionti, per cui la pianta fertilizza
naturalmente il suolo. Localizzata nel Parco. Le stazioni del Parco,
insieme a quelle del Sasso di Simone, rappresentano il limite meridionale
dell'areale in Italia. La specie è stata anche utilizzata all'interno di
rimboschimenti nel territorio del Parco, per cui non sempre risulta
agevole la distinzione fra piante spontanee e piante derivate da impianto.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Sinonimo:
Betula alnus
L. var.
incana
L.
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Foglie con larghezza massima al centro, con al massimo 14 coppie di nervi. Ala del
frutto trilobata o tridentata
Carpinus betulus L.
ll carpino bianco è un albero europeo-continentale presente in tutta l'Italia
continentale salvo che in Valle d'Aosta sino alla fascia montana inferiore,
con optimum nella fascia submediterranea. Cresce in boschi maturi di
latifoglie decidue, su suoli argillosi profondi, molto freschi ed umiferi,
con Corylus avellana, Quercus cerris e Q. petraea. Il legname è di difficile
lavorazione perché a fibre contorte, duro e tenace; viene impiegato nella
fabbricazione di arnesi sottoposti a sforzo (manici, ruote dentate, denti di
rastrello, ecc.). Il carbone, un tempo, era impiegato in modo speciale per
preparare la 'polvere da schioppo'. Dalla corteccia si ricavano principi
tintori usati per colorare in giallo ed in bruno le sete, le lane ed il cotone.
Le foglie, sia fresche che secche, forniscono un buon foraggio per ovini e
suini. Diffuso soprattutto alle quote inferiori del Parco. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie con larghezza massima nella metà basale, con più di 14 coppie di nervi. Ala del
frutto intera
Ostrya carpinifolia Scop.
Il carpino nero è un albero submediterraneo-pontico presente in tutta
Italia salvo che in Valle d'Aosta dal livello del mare alla fascia montana
inferiore, con optimum nella fascia submediterranea. Cresce in boschi e
boscaglie di latifoglie decidue, su suoli ben drenati sia calcarei che
marnoso-arenacei, da molto primitivi e ricchi in scheletro a piuttosto
evoluti come negli aspetti più freschi delle boscaglie, ove cresce con
Fraxinus ornus
,
Quercus petraea
e
Q. pubescens
. Il nome generico in
greco significa 'ostrica', per la forma a valva delle brattee che racchiudono
i semi, quello specifico allude alla somiglianza delle foglie con quelle del
carpino bianco. Il maggior impiego del carpino nero era quello come
combustibile, sia come legna da ardere che di carbone; per questo veniva
governato a ceduo da cui si ottenevano anche pali per sostenere le viti. Il
legname, pur essendo poco durevole, era apprezzato per l'elasticità e la
fibratura, ed usato per la costruzione di attrezzi o pezzi di macchinari
soggetti a sforzo. Un uso particolare era la produzione di bottoni. Con la
corteccia si tingevano i tessuti stabilmente ed in varie tonalità di
arancione, rosso e rosa. In alcune regioni italiane le foglie sono impiegate
per l'alimentazione del bestiame. Diffuso soprattutto alle quote inferiori
del Parco. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Piccolo arbusto raramente più alto di 2 m a maturità. Petali più brevi di 7 mm
Rhamnus alpina L. subsp. alpina
Specie delle montagne mediterranee centro-occidentali, in Italia presente
con 2 sottospecie in Friuli con una lacuna sino alle Alpi centrali, da cui si
diffonde lungo gli Appennini sino alla Calabria, e sulle montagne della
Sardegna da 600 a 1800 m circa. Cresce su rupi calcaree ed in boschi
aperti, sopratutto faggete. Il nome generico, già usato dagli antichi, è di
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