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quello del luogo ove nel medioevo si effettuava il finissaggio delle stoffe
(fullonica). In effetti la pianta è stata utilizzata nella lavorazione della lana
fin dai tempi degli Egizi e fu ampiamente coltivata proprio nel Casentino
ove i 'garzi' vengono ancora oggi usati nella lavorazione del tradizionale
'Panno del Casentino', per ottenere il tipico 'ricciolo'. Diffusa soprattutto
alle quote inferiori del Parco. Forma biologica: emicriptofita bienne
(terofita scaposa). Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Pianta urticante
Urtica dioica L. subsp. subsp. dioica
L'ortica comune è una specie eurasiatica comunissima dalla costa alla
fascia montana superiore. Origina dalle schiarite di boschi freschi visitate
da grandi mammiferi (depositi di urina), da cui è passata a vegetazioni
ruderali nitrofile su suoli limoso-argillosi freschi, molto ricchi in
composti azotati, ove si associa ad
Arctium minus
,
Parietaria officinalis
,
Rumex
sp.pl. etc. Il nome generico deriva dal latino 'urere' (bruciare). Le
foglie sono commestibili previa cottura. Fino al XVIII secolo le fibre dei
fusti servivano per produrre corde. Diffusa in tutta l'area del Parco. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-novembre.
Sinonimo:
Urtica sicula
Gasp.
150
Fiori senza petali
151
150
Fiori con petali
154
151
Pianta con fusti lunghissimi e volubili che si arrampicano sui substrati, di solito più alta
di 2 m
Humulus lupulus L.
Il luppolo è una specie eurasiatico-nordamericana diffusa e localmente
comune in regione dalla costa ai fondovalle. Originaria di boschi
alluvionali periodicamente inondati, si è trasferita in siti ruderali su suoli
limoso-argillosi freschi e piuttosto profondi, ricchi in composti azotati,
associandosi a Rubus caesius, Sambucus nigra, Solanum dulcamara etc. Il
nome generico deriva da quello altogermanico della pianta (Humel),
utilizzata per la produzione della birra. I germogli sono commestibili.
Localizzato soprattutto alle quote inferiori del Parco. Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
151
Piante molto più basse, con fusti non volubili
152
152
Margine della foglia intero. Pianta laticifera (attenzione! il latice è irritante)
Euphorbia lathyris L.
L'euforbia catapuzia è una specie di origine mediterraneo-asiatica, da noi
di antica introduzione ed inselvatichita, un tempo coltivata per tenere
lontane le talpe (azione non comprovata). È presente in tutte le regioni
d'Italia salvo che in Puglia, Basilicata, Sicilia e forse Molise. Cresce in siti
ruderali presso gli abitati, lungo le vie, nei coltivi abbandonati, a volte
lungo massicciate ferroviarie, su suoli da freschi ad aridi, ricchi in
composti azotati, dal livello del mare ai 1000 m circa. Il latice è velenoso
e irritante per le mucose. Il nome generico deriva da Euforbo, medico del
Re Giuba II di Mauritania (I sec. a.C. - I sec. d.C.), che secondo Plinio
scoprì l'euforbia e le sue proprietà. Forma biologica: emicriptofita bienne.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
152
Margine della foglia dentato. Piante non laticifere
153
153
Pianta perenne di ambienti boschivi, con un rizoma strisciante
Mercurialis perennis L.
Specie europeo-caucasica presente in tutta Italia (salvo la Sardegna), dal
livello del mare a circa 1600 m, in boschi mesofili, soprattutto faggete. Il
nome generico allude al mercurio e deriva dal colore un po' metallico
della pianta secca, per cui essa era un ingrediente essenziale delle pietre