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durante l'estate, dal rosso all'arancione, al giallo in autunno. La pianta è monoica, i fiori unisessuali sono
riuniti in infiorescenze maschili e femminili separate. I fiori maschili sono privi di perianzio, con molti stami,
quelli femminili hanno solo il calice e ovario infero. I frutti marroni, capsule legnose, sono riuniti in una
infruttescenza globosa.
Periodo di fioritura
Aprile–Maggio.
Coltivazione
Resiste al freddo e moderatamente
alla siccità. Possiede un apparato radicale in grado di tollerare svariati tipi di terreno (argillosi, limosi,
sabbiosi), purché freschi, moderatamente alcalini o tendenzialmente acidi e ben drenati.
Uso
Generalmente
viene coltivata a scopo ornamentale ai lati dei viali, o isolata all'interno di giardini. Dalla pianta si estrae una
resina profumata, chiamata storace, dall'aspetto di torba di colore nero.
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Arbusto più basso di 4 m
Ricinus communis L.
Famiglia
Euphorbiaceae.
Nome comune
Ricino.
Area
d'origine
Africa tropicale.
Descrizione
Pianta perenne
allo stato selvatico con portamento variabile, da arboreo
(in Sicilia e Calabria) ad arbustivo (Pianura Padana). Il
fusto è cilindrico, cavo, di colore variabile dal verde al
rosso. Le foglie sono grandi (2-3 dm), peltate, a margine
profondamente lobato e seghettato. L'infiorescenza è una
pannocchia che porta alla base fiori maschili ridotti con
numerosi stami, e in alto fiori femminili con perianzio
caduco. Il frutto è una capsula (tricocco) spinosa che
contiene tre semi di forma ovale con tegumento
marmorizzato, molto velenosi e ricchi di riserve
oleaginose.
Uso
È ampiamente coltivato in numerose
varietà per l'estrazione dell'olio di ricino, utilizzato come
purgante in medicina, e come lubrificante nell'industria.
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Foglie glabre e lisce di sopra, con picciolo più lungo di 1.5 cm. Frutti su peduncoli di 1-2
cm, con polpa biancastra
Morus alba L.
Famiglia
Moraceae.
Nome comune
Gelso bianco.
Area
d'origine
Asia temperata.
Etimologia
Il termine generico
è il nome comune latino della pianta. Il termine specifico
fa riferimento al colore dei frutti.
Descrizione
Albero alto
4-8 m, con ramificazioni sottili e glabre. Le foglie, ovate,
arrotondate alla base, con margine dentato, sono glabre o
leggermente pubescenti sulle nervature. Il frutto è una
mora.
Uso
Le foglie venivano utilizzate come cibo per i
bachi da seta. I frutti sono commestibili ma raramente
appaiono in commercio a causa della loro facile
deperibilità.
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Foglie sparsamente pelose e ruvide di sopra, con picciolo spesso più breve di 1.5 cm. Frutti
subsessili, con polpa scura
Morus nigra L.
Famiglia
Moraceae.
Nome comune
Gelso nero.
Area
d'origine
Asia centrale e orientale.
Etimologia
Il nome
generico Morus è il sostantivo latino usato da Plinio e
Ovidio per indicare il gelso. Potrebbe derivare dal greco
µορέα (moréa), nome del gelso. Il nome specifico nigra fa
riferimento al colore dei frutti.
Descrizione
Albero
caducifoglio, caratterizzato da rami robusti e grossolani,
alto fino a 15 m, presenta tronco brunastro e chioma densa
ed arrotondata. Le foglie di forma ovato-cordate hanno
margine dentato, la pagina superiore è ruvida e di colore
verde scuro, la pagina inferiore è più pallida e pubescente,
con picciolo di 2 cm. I fiori maschili disposti in spighe
cilindriche di 2-4 cm e quelli femminili in glomeruli
ovoidali, sono di colore verde pallido. Il frutto, chiamato
sorosio, è costituito da piccole bacche carnose, che inizialmente verdi assumono a maturità un colore rosso-
violaceo tendente al nero ed un sapore dolce.
Periodo di fioritura
Aprile.
Coltivazione
Pianta frugale e
rustica che resiste discretamente al freddo.
Uso
Nell'Europa meridionale inizialmente veniva coltivata per la
produzione dei frutti, oggi è maggiormente usata come pianta ornamentale. In Sicilia, il frutto è utilizzato sia
come frutto da tavola, che come ingrediente o guarnizione per dolci, quali la granita di gelsi.
Curiosità
Come
testimoniato da Plinio il Vecchio e Ovidio, già i Romani ne conoscevano i frutti. Ovidio li menziona nella
narrazione della tragica storia dei due giovani amanti babilonesi, Piramo e Tisbe. Anticamente questi frutti
erano anche apprezzati come panacea, infatti se ne ricavavano diversi medicamenti ritenuti miracolosi. Il
succo è fortemente colorante e difficile da pulire.
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Foglie intere
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