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Famiglia
Anacardiaceae.
Nome comune
Terebinto.
Area
d'origine
Regione mediterranea.
Etimologia
Il termine
generico è il nome comune latino del Pistacchio (Pistacia
vera L.), derivato dal corrispondente termine greco
'pistáke' o 'pistákia' probabilmente di origine persiana. Il
termine specifico è il nome comune della pianta, derivante
dal greco 'terebinthos' di etimologia incerta.
Descrizione
Arbusto o piccolo albero alto fino a 1-5 m con corteccia
resinosa, di colore bruno-rossastro, che si sfalda a placche.
Le foglie sono imparipennate, formate da 3-7 foglioline
lanceolate, coriacee, più scure sulla pagina superiore, con
apice arrotondato. Il terebinto è una pianta dioica; negli
esemplari maschili i fiori sono riuniti in pannocchie
piramidali che si sviluppano all'ascella di foglie cadute,
sono pentameri apetali, caratterizzati dagli stami (5) con le antere bruno-rossastre; negli esemplari femminili i
fiori, anch'essi apetali, presentano un ovario di tre carpelli di cui uno solo giunge a maturazione. I frutti sono
drupe ovoidali (6 x 7 mm), peduncolate, di colore verdastro, successivamente rosso-scure.
Periodo di
fioritura
Fiorisce in Aprile, Maggio e Giugno.
Coltivazione
Si coltiva su terreno ben drenato in posizione
solegggiata o semiombreggiata.
Uso
Questa specie quando ha raggiunto l'età di 4-7 anni viene usata come
portainnesto per il pistacchio, perché più resistente al freddo. Dal tronco, per incisione, viene estratta una
oleoresina, nota come Trementina di Cipro o Trementina di Chio, usata un tempo come solvente nella
fabbricazione di tinture e vernici, e in terapia come balsamico ed espettorante, ma ora piuttosto rara in
commercio.
110 Foglie decidue, non odorose. Fiori bianchi. Frutto un legume
Robinia pseudacacia L.
Famiglia
Caesalpiniaceae.
Area d'origine
America
settentrionale.
Etimologia
Il termine generico è dedicato a
Jean Robin (1550-1629), erborista di re Enrico IV di
Francia, nel cui giardino introdusse il primo esemplare
d'Europa nel 1601. Il termine specifico significa 'falsa
acacia' e deriva dal greco 'pseudés' = falso e da 'Acacia',
altro genere di Leguminose con il quale la pianta era stata
in passato confusa.
Descrizione
Arbusto o albero deciduo
alto fino a 25 m con corteccia fortemente rugosa e
scanalata di colore scuro. Le foglie sono alterne, sottese da
una coppia di spine stipolari, imparipennate, composte da
11-13 foglioline ovali, arrotondate od ottuse all'apice,
talora retuse, più chiare nella pagina inferiore. I fiori,
riuniti in racemi penduli, hanno una corolla tipicamente
papilionacea di colore bianco, con vessillo giallastro alla
base, leggermente profumata. I frutti sono legumi penduli, glabri, scuri e compressi, lunghi fino a 10 cm.
Periodo di fioritura
Fiorisce nei mesi di Maggio e Giugno.
Coltivazione
È una specie rustica, si adatta a
terreni di qualsiasi natura e predilige esposizioni soleggiate. Si moltiplica per trapianto di polloni o per seme
in autunno oppure per talea in inverno.
Uso
Ampiamente naturalizzata in tutta Italia e gran parte dell'Europa,
viene frequentemente usata a scopo ornamentale soprattutto per il fogliame e la fioritura. Spesso viene
utilizzata allo stato arbustivo per rimboschimento e per contenere argini e scarpate. I fiori, ricchi di glicosidi
flavonoidici (robinoside), olio essenziale e glicosidi cardiotonici, sono utilizzati in erboristeria per la loro
azione diuretica, antispasmodica e colagoga. Fornisce un legno duro, scuro perché ricco di tannini, molto
resistente e ben adatto a svariati usi agricoli (pali, steccati, ecc.).
111 Albero molto più alto di 2 m. Fiori violetti
Melia azedarach L.
Famiglia
Meliaceae.
Nome comune
Albero del rosario.
Area d'origine
India settentrionale, Cina.
Etimologia
Il
nome generico deriva dal greco 'melia' = frassino
(Fraxinus ornus L.) per la somiglianza delle foglie a quelle
di quest'albero. Il termine specifico è di origine incerta,
araba o persiana, ed è il nome comune indigeno della
pianta. Il nome comune è dovuto all'uso di confezionare,
in passato, rosari con i semi.
Descrizione
Albero
caducifoglio alto 10-15 m con larga chioma. Le foglie
sono pennate, composte da diverse paia di foglioline
ovato-lanceolate, acuminate, con margine dentato. I fiori,
raccolti in lasse pannocchie lunghe 10-12 cm, sono
profumati con corolla a 5 petali di colore lilla, e stami con
filamenti di colore viola-scuro, saldati a tubo all'interno
del quale decorre lo stilo. Il frutto è una drupa gialla
rotondeggiante. Il seme è di consistenza cornea e perforato.
Periodo di fioritura
Fiorisce nel mese di Giugno.
Coltivazione
Richiede ambiente semi-rustico. Teme le forti gelate. Si propaga facilmente per seme oppure per
talea in primavera.
Uso
Si coltiva ampiamente nei climi temperati per alberature stradali o in parchi e girdini,
per la piacevole fioritura lilla e per il rapido accrescimento.
111 Arbusto più basso di 2 m. Fiori bianchi