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Clematide ornamentale. - Si tratta di un ibrido tra due
specie di Clematis,, ottenuto per la prima volta in
Inghilterra nel 1860, nel vivaio Jackman presso Woking, da
cui il nome. E’ un rampicante che raggiunge lunghezze di
circa 4 m e presenta grandi fiori viola o bluastri, a seconda
delle cultivar, che raggiungono i 15 cm di diametro. Le
foglie verdi scure sono pennato-composte. E’ una delle
clematidi ornamentali più diffuse per le dimensioni dei
fiori e per la rusticità ed ha costituito un ottimo materiale di
partenza per ottenere altri ibridi a fiore grande. Molto
diffusa nei giardini, la sua presenza in Italia è documentata
a partire dal 1871.
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Foglie pennate. Fiori bianchi
Clematis vitalba L.
Clematide, vitalba. - Pianta lianosa, con foglie alterne,
imparipennate e fiori bianchi con 4 petali e numerosissimi
stami. Il frutto è un achenio munito di una resta piumosa.
Specie europea, diffusa in tutta la regione sino alle faggete
termofile. Nelle boscaglie può formare intrichi
impenetrabili, soprattutto in forre fresche ed umide. Appare
- spesso con l'edera - anche in ambienti urbani. La pianta è
debolmente tossica in tutte le sue parti per la presenza di
protoanemonina.
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Foglie composte (divise in foglioline
completamente separate tra loro)
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Foglie non composte
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Foglie palmate
Aesculus hippocastanum L.
Ippocastano. - Il nome generico deriva dal latino 'Aesculus'
con cui però i romani, compreso Virgilio, intendevano una
quercia, forse Quercus petraea, in italiano 'rovere eschia' o
'ischia'; non è ben chiaro il motivo per cui Linneo lo scelse,
forse per l’uso dei frutti dati agli animali, come si fa con
quelli della rovere; il nome specifico deriva dal greco
'hippos', cavallo, e 'kastanon', castagna, appunto per
l’aspetto dei frutti, utilizzati in Oriente come alimento
stimolante per i cavalli. L’ippocastano può arrivare fino a
30 m, con un portamento arboreo elegante ed imponente.
La chioma è espansa, con rami ricurvi a candelabro, e
raggiunge anche gli 8-10 metri di diametro restando molto
compatta. La scorza, bruno scura, si desquama a placche.
Le foglie sono palmato-composte, formate da 5-7
foglioline lanceolate. I fiori sono bianchi, grandi e
raggruppati in vistose pannocchie. Le gemme sono grandi e
appiccicose. I frutti sono capsule munite di corti aculei che
si aprono in tre valve e contengono tre grossi semi di colore
bruno lucido che, per il loro aspetto, prendono il nome di
castagne matte. I semi hanno sapore amaro e sviluppano un
odore molto sgradevole durante la cottura. E’ un albero
spontaneo in Europa orientale, con areale che va dai
Balcani all’Asia. L’introduzione in Italia è segnalata per il
1565. L’ippocastano è un albero longevo e rustico, tollera
le basse temperature e non ha particolari esigenze in fatto
di suolo, per cui è utilizzato da secoli come pianta
ornamentale, anche per la sua splendida fioritura che
avviene in maggio. Negli ultimi anni è però soggetto a
diverse fitopatie, tra cui: stress idrici, funghi agenti di carie
e di maculature fogliari, insetti minatori.