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Dal mallo e dai semi si estraggono olii utilizzati come
cosmetici o nell’industria dei colori.
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Piante lianose, rampicanti o volubili
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Alberi o arbusti
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Foglie sempreverdi, a margine liscio. Fiori e frutti disposti in ombrelle semplici
Hedera helix L. s.l.
Edera comune. - E’ una pianta lianosa che si può
sviluppare per oltre 20 m; il portamento è strisciante o
rampicante nel caso trovi un tutore su cui attaccarsi,
attraverso corte radici avventizie che nascono direttamente
dal fusto e dai rami fogliari. L’edera è un sempreverde con
due tipi di foglie: quelle in pieno sole che crescono sui
germogli fiorali sono di forma ellittica, quelle sui germogli
sterili in ombra sono da tre- a pentalobate, coriacee, di
colore verde scuro, con nervature parzialmente bianche. I
fiori hanno cinque petali di colore verdastro e sono riuniti
in ombrelle sferiche; sono particolarmente visitati dalle api
e da altri insetti perchè producono molto nettare. I frutti,
velenosi, sono bacche globose di colore prima verde, poi
brunastro, infine blu-nero, lungamente peduncolati.
L’edera ha un vasto areale che va dall’Europa fino al
Caucaso; in Italia è spontanea nelle siepi e nei boschi
mediterranei e submediterranei come leccete, querceti e
castagneti. Nelle Bucoliche Virgilio dedica l’ottava egloga
ad Asinio Pollione, il governatore della Gallia Cisalpina,
suo amico e letterato che impedirà la prima confisca del
suo podere: rivolgendosi a lui lo raffigura degno di cingere
il capo con l’edera, simbolo di gloria poetica, e di alloro,
simbolo di gloria militare. Assieme ad altre specie esotiche,
è utilizzata come pianta ornamentale, come tappezzante di
terreni molto ombreggiati e per ricoprire muri o pergolati.
Presso gli antichi greci e romani, l’edera, per la sua
longevità e per il fatto di essere sempreverde era pianta
simbolo di forza vitale.
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Foglie decidue, a margine dentato. Fiori e frutti disposti in grappoli
Vitis vinifera L. subsp. vinifera
Vite comune. - Il nome generico era già in uso presso i
latini, il nome specifico allude alla produzione del vino. E’
una liana con portamento determinato dal sistema di
coltivazione: quello naturale è irregolare, con ramificazione
rada ma molto sviluppata in lunghezza, fino a 20-30 m. Il
fusto è più o meno contorto e irregolare, con scorza
persistente che si stacca a nastri. La colorazione, grigiastra
nei rami di un anno, diventa poi marrone-rossastra. La
vigoria del fusto e dei tralci è strettamente condizionata dal
portainnesto. Il legno è bruno-giallastro. Le foglie sono
alterne, palmate, con 3 o 5 lobi più o meno profondi a
margine irregolarmente dentato; nel punto d'inserzione del
picciolo c’è un'insenatura detta ‘seno peziolare’. La pagina
superiore è glabrescente e di colore verde scuro, quella
inferiore ha una pelosità persistente. L’infiorescenza è a
grappolo composto, dapprima eretto, poi pendulo. I fiori
sono bisessuali nella subsp. vinifera, unisessuali nella
subsp. sylvestris. Il frutto è una bacca (acino), di colore
variabile secondo il vitigno, verde, giall, rose, rosso-
violacea, nera o nero-bluastra. La subsp. vinifera ha semi
(vinaccioli), lunghi, ovali o piriformi, con becco lungo e
prominente, la subsp. sylvestris, la vite selvatica, ha
vinaccioli più corti, rotondeggianti, cuoriformi, con becco
poco pronunciato. La subsp. sylvestris ha un’areale che va
dalla Francia all’Iran settentrionale fino ai monti del Tien