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Pero comune. - Il nome generico è quello usato dai latini.
E’ un piccolo albero che arriva fino a 15 m di altezza; la
chioma è conica e più o meno espansa, il tronco è eretto
con rami non spinescenti, a differenza delle forme
selvatiche, la scorza è grigio-brunastra e si fessura in
scaglie quadrate. Le foglie, alterne, dal picciolo molto
lungo (fino a 7 cm), sono lunghe 3-7 cm, da ovate a
ellittiche, lucide e verdi scure di sopra, più chiare di sotto,
con margine leggermente seghettato. I fiori, bianco candidi
con antere rosso-porpora, sono disposti in corimbi di 7-10.
Il frutto è un pomo di forma allungata con dimensioni
variabili da 5-6 fino a 16-18 cm. La polpa contiene piccoli
granelli duri costituiti da cellule chiamate sclereidi, molto
più abbondanti nelle specie selvatiche. L’origine del pero
comune è incerta, probabilmente è un ibrido di specie
selvatiche, e proviene dall’Europa orientale; era comunque
già conosciuto dagli antichi popoli del Mediterraneo, e
citato da Omero. Nelle Bucoliche, Virgilio sprona Melibeo
a innestare i peri, dimostrando l’uso consolidato di questa
pratica per coltivare le varietà più gradite. Oggi il pero è
diffuso in tutta Europa e viene coltivato per il frutto. E’ una
pianta molto rustica che resiste bene al freddo. Il legno, a
grana fine e compatta, di colore grigio-bruno, tende a
scurirsi con il tempo ed è utilizzato per lavori d’intaglio,
per strumenti di misura e clichés tipografici.
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Foglie glabre anche da giovani
Pyrus calleryana Decne.
Pero da fiore, pero di Callery. - E’ un albero deciduo che
può raggiungere i 15-20 m di altezza, più piccolo nelle
varietà ornamentali, dalla chioma conica, arrotondata o
fastigiata. Le foglie sono ovali, lunghe dai 4 ai 7 cm, di
color verde scuro e lucide di sopra, più chiare di sotto. In
autunno le foglie assumono tinte brillanti, dal giallo
all’arancione, dal rosa al bruno. I fiori, bianchi, compaiono
all’inizio della primavera, prima della completa distensione
delle foglie, e hanno un leggero odore nauseante. I frutti
sono a forma di pera ma molto piccoli (meno di 1 cm di
diametro), dalla polpa dura. Si tratta di un albero di origine
cinese, di facile adattabilità a differenti tipi di suolo,
recentemente introdotto in Italia a scopo ornamentale, in
una varietà fastigiata alta 4-5 m, adatta soprattutto per vie,
piazze e parcheggi. Negli Stati Uniti questa pianta ha
mostrato di spontaneizzarsi diventando invasiva. La varietà
coltivata in Italia, per il momento, non mostra questa
tendenza.
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Foglie lucide almeno da giovani. Frutto
carnoso (mora)
86
85
Foglie opache. Frutto secco
88
86
Foglie sparsamente pelose e ruvide di sopra, con picciolo spesso più breve di 1.5 cm.
Frutti subsessili, con polpa scura
Morus nigra L.