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resistente. La specie è originaria del Nordamerica. Ne è
documentata la presenza in Italia dal 1798. E’ utilizzata
come albero ornamentale in parchi e viali.
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Foglie con evidenti ciuffi di peli all'ascella dei
nervi principali di sotto
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Foglie solitamente più larghe di 8 cm, verdi scure o chiare ma mai glauche di sotto
Tilia x vulgaris Hayne
Tiglio ibrido. - Si tratta di un incrocio tra il tiglio nostrano
e quello selvatico. Il nome generico deriva dal greco
‘ptilon’, ala, per la caratteristica brattea fogliacea che
facilita la diffusione eolica dei grppoli di frutti. E’ un
albero alto fino a 30 m, con caratteristiche intermedie tra le
due specie parentali e quindi non sempre di facile
identificazione. Ha la particolarità di emettere molti polloni
alla base del tronco. E’ stato molto utilizzato negli anni ’30
del ‘900 per costituire viali alberati e giardini pubblici in
tutto il Mantovano.
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Foglie solitamente larghe meno di 8 cm, di color verde pallido o glauche di sotto
Tilia cordata Mill.
Tiglio selvatico. - Il nome generico deriva dal greco
‘ptilon’, ala, per la caratteristica brattea fogliacea che
facilita la diffusione eolica dei frutti; il nome specifico
allude alla base della foglia a forma di cuore. E’ un albero
deciduo dalla chioma densa e ovoidale che raggiunge i 25
m, con rami dalla scorza scura, grigia o violacea. Le
gemme sono alterne, globose, inizialmente verdi poi
rossastre, con solo due perule visibili. Le foglie, lunghe
fino a 12 cm, sono più piccole rispetto a quelle delle altre
specie di tiglio; la lamina è cuoriforme, verde scura di
sopra, glauca e glabra di sotto, ma con evidenti ciuffetti di
peli rossicci negli angoli delle nervature. I fiori, penduli,
profumati, sono riuniti in numero di 4-15 in infiorescenze
con peduncolo allargato in un’ala ellittica lunga fino a 8
cm. I frutti hanno costole poco visibili e pericarpo fragile.
È una specie con areale tipicamente europeo che si spinge
fino al Caucaso. È diffusa dalla Spagna agli Urali quasi
senza soluzione di continuità. A nord si spinge fino alla
Finlandia meridionale, alla Svezia centro-meridionale, alle
coste norvegesi e alla Scozia meridionale. In Italia è
presente sull'arco Alpino e sull'Appennino fino alla
Basilicata. In Val Padana si limita all'alta pianura, mentre è
assente nella bassa pianura. In montagna si spinge fino a
circa 1500 m, formando boschi con aceri e querce.
Si tratta di un albero abbastanza utilizzato negli spazi verdi
urbani, soprattutto nei parchi. È noto anche come pianta
mellifera. Presso gli antichi popoli germanici era
considerata pianta sacra da cui è derivato l’uso di coltivare
un grande tiglio nella piazza del villaggio.
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Fiori con 5 petali. Frutto carnoso diverso da
una mora
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Fiori senza petali. Frutto secco oppure a mora
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Foglie pelose di sotto, almeno da giovani
Pyrus communis L.