Il baccaro è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana, l’unico rappresentante europeo di un genere con la massima biodiversità in Asia, presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Valle d’Aosta e Puglia. La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio, con un’ampia lacuna nella media pianura friulana; in Carso, ove la specie è rappresentata dalla subsp. caucasicum, si concentra nella parte centrale più alta e ricca in grandi doline, caratterizzandone i boschi maturi dei versanti esposti a nord. Cresce in boschi maturi di latifoglie decidue (quercete, faggete termofile), su suoli profondi e ricchi in humus, assieme a geofite nemorali quali l'anemone dei boschi, l' erba colombina cava e il bucaneve, con optimum nella fascia submediterranea e in quella montana inferiore. La pianta è fortemente velenosa in tutte le sue parti e può provocare irritazioni della pelle in soggetti sensibili. Il nome generico, già usato da Dioscoride, probabilmente deriva da ‘áse’ (nausea) e ‘arum’ (gigaro) e significa quindi ‘gigaro che provoca nausea’. Forma biologica: emicriptofita reptante. Periodo di fioritura: marzo-maggio. Molto comune nei boschi del Parco.

Nome italiano: Asara baccara (antichi), Asarabacca (Toscana), Asarina (Veneto, Verona), Asaro (Italia), Asaro (Toscana), Asaro comune caucasico (Italia), Assaro (Piemonte), Baccara (Toscana), Baccaro (Italia), Baccaro (Toscana), Baccaro comune del Caucaso (Italia), Bacchera (Toscana), Baccherella da capo (Toscana), Boes (Piemonte), Cariofillata salvatica (Toscana), coronaeria (Emilia-Romagna, Bologna), Erba de biscia (Liguria, Porto Maurizio), Erba pevaro (Veneto, Treviso), Erba renela (Piemonte, Mondovì), Erba renella (Toscana, Val di Chiana), Erva baccara (Sicilia), Lapazzone (Toscana), Mazzerelli (Toscana), Nardo salvatico (Toscana), Pisciacan (Liguria, Porto Maurizio), Renella (Toscana, Val di Chiana), Spigo salvatico (Toscana), Starnudina (Lombardia, Canton Ticino), Vulgagine (antichi).