La bistorta medicinale è una specie a vasta distribuzione circumboreale presente in quasi tutte le regioni dell'Italia continentale. La distribuzione regionale si concentra nelle aree prealpine, con areale più esteso sulle Prealpi Giulie e stazioni isolate nelle Prealpi Carniche sudoccidentali, cui si aggiungono poche stazioni sparse nel settore alpino propriamente detto. Cresce in prati e pascoli concimati, su suoli freschi, ricchi in sostanze azotate, dalla fascia montana a quella subalpina. La specie ha proprietà astringenti, lenitive, diuretiche, lassative ed emostatiche, e in passato era ampiamente usata come pianta medicinale; il rizoma fornisce un pigmento giallo o brunastro e un tempo veniva tostato e mescolato alla farina per la panificazione. Le giovani foglie possono essere mangiate in insalata o cotte come gli spinaci. Il nome generico deriva dal latino 'bis' (due volte) 'tortus' (contorto, incurvato) e si riferisce alla curvatura del rizoma, cui si riferisce anche uno dei nomi italiani 'serpentaria'; il nome specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) e fa riferimento all' antico uso a scopo medicinale. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: luglio-settembre. Rara e localizzata nel Parco.

Nome italiano: Amarella (Piemonte), Biaveta (Piemonte), Bistorta (Toscana), Bistorta medicinale (Italia), Esparà (Piemonte, Val S. Martino), Lavazzuola (Lombardia, Valtellina), Lenga bouvina (Piemonte), Lenga d' boe (Piemonte), Lingua bovina (Piemonte), Pajan salvadi (Friuli, Carnia), Poligono medicinale (Italia), Reparass (Piemonte, Fenestrelle), Sarasin salvadi (Friuli), Serpentaeria (Emilia-Romagna, Bologna), Serpentina (Toscana).