La farinella botri è una specie a vasta distribuzione eurasiatica oggi divenuta subcosmopolita, recentemente segregata dal genere Chenopodium, presente in quasi tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale è ristretta all’area compresa tra Monfalcone e Trieste, ove la specie è molto rara e mostra scarsissima tendenza a diffondersi. La sua presenza nel Triestino è documentata dal 1993; attualmente sporadica e incostante in città, è segnalata presso l’ex Fabbrica Macchine a S. Andrea (15 m) e la Stazione di S. Sabba. Cresce negli incolti, nelle discariche, sulle macerie, a volte lungo le strade, al di sotto della fascia montana superiore. Il vecchio nome generico deriva dal greco 'chen' (oca), e 'poús' (piede) e significa 'piede d'oca', per la forma delle foglie di alcune specie; il nuovo nome generico in greco significa 'poco evidente', in riferimento ai fiori poco appariscenti; il nome specifico in greco significa ‘grappolo d’uva’ e si riferisce alla disposizione dei fiori. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre. Syn.: Chenopodium botrys L.

Nome italiano: Botri (Toscana), Chenopodio botri (Italia), Erba che spussa (Liguria, Pontedecimo), Erba de musc (Liguria, Nizza), Farinella botri (Italia), Lisne (Emilia-Romagna, Bologna), Milgrana (Piemonte), Mingrana (Piemonte), Patientia (Toscana), Pazienzia (Toscana), Pitacolomb (Piemonte).