La cuscuta di Cesati è una pianta annua di origine incerta (forse proveniente dal Nord America), presente in utte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta. Nell'area di studio è frequente sul greto del Piave, parassita su Xanthium, Artemisia, Verbascum. Si tratta di un'entità critica, e l'attribuzione delle popolazioni bellunesi a questa specie è dubbia; i caratteri distintivi rispetto a C. campestris Yunck. rimangono infatti piuttosto incerti. Cresce come parassita attorcigliandosi ai fusti di specie di Polygonum, Xanthium e diverse altre piante psammofile, ed è particolarmente frequente lungo i litorali. Le specie di questo genere hanno foglie ridotte a squame e sono prive di clorofilla; i sottili fusti filiformi si attorcigliano attorno alle piante ospiti perdendo il contatto con il terreno per nutrirsi esclusivamente della linfa dell'ospite tramite austori che penetrano nei fusti. Le cuscute possono anche divenire vettore di fitoplasmi verso la pianta ospite. Sembra che almeno alcune specie siano in grado di riconoscere le piante ospiti tramite sostanze volatili da esse rilasciate. Molti paesi hanno leggi che vietano l'importazione di semi di cuscuta assieme a quelli delle piante coltivate. Il nome generico deriva dal nome arabo della pianta: 'kúshuth'; il nome volgare, 'pittimo' designa una donna particolarmente asfissiante ('pittima'); la specie è dedicata a Vincenzo Cesati (1806-1883) botanico milanese studioso della flora lombarda. Forma biologica: terofita parassita. Periodo di fioritura: maggio-settembre. Syn.: Cuscuta scandens Brot. subsp. cesattiana (Bertol.) Greuter & Burdet

Nome italiano: Cuscuta di Cesati (Italia), Pittimo di Cesati (Italia).