Il farinello buon-Enrico è una specie a vasta distribuzione circumboreale presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce in ambienti ruderali, vicino alle stalle, lungo recinti erbosi dove sosta il bestiame, nei pressi delle abitazioni e delle malghe, su suoli ricchi in composti azotati, con optimum nelle fasce montana e subalpina. Nell'area di studio è frequente in stazioni nitrofile fin da 700 m. Le foglie vengono ancor oggi consumate cotte, con proprietà simili a quelle degli spinaci.Il nome generico è quello di una pianta menzionata da Plinio, forse simile allo spinacio; il significato del nome specifico è incerto, forse è dedicato a Enrico IV di Navarra (1553-1610), protettore dei botanici, per il successo che questa pianta ebbe durante il suo regno. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: agosto-settembre.

Nome italiano: Bono Enrico (Toscana), Buon-Enrico (Italia), Caltri (Veneto, Verona), Chenopodio buon-Enrico (Italia), Colubrina (Toscana), Comedie (Lombardia, Braone), Crauti (Veneto, Verona), Crisolocano (antichi), Cugolo (Lombardia, Como), Cugolo (Lombardia, Valtellina), Erba sana (Liguria, Porto Maurizio), Farinei (Veneto, Belluno), Farinella buon-Enrico (Italia), Farinella tutta-buona (Italia), Gasala (Friuli, Carnia), Ingri (Liguria, Nizza), Jerbo da farino (Friuli, Carnia), Lapato untuoso (Toscana), Mercorella (Toscana), Mercorella lunga (Toscana), Olaci (Abruzzi), Orape (Abruzzi), Orle (Piemonte, Pesio), Perrucchetti (Lombardia, Alta Valle Camonica), Sengià (Liguria, Ponti di Nava), Slavass (Lombardia, Brescia), Spinaccio salvatico (Toscana), Spinacio di monte (Toscana), Spinass d' montagna (Piemonte), Spinass Servaj (Piemonte), Spinaz salvadech (Lombardia, Como), Tota bona (Toscana), Tutta buona (Toscana), Tuvel (Piemonte, Coassolo), Vanagla (Lombardia, Val Morobbia nel Cant. Ticino), Varle (Piemonte), Verchegnù (Piemonte), Vercheinon (Piemonte).