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Foglie con almeno 7 segmenti. Fiori bianchi
Fraxinus ornus L. subsp. ornus
L'orniello è una specie mediterraneo-pontica presente in tutte le
regioni d'Italia. La distribuzione regionale è estesa a tutto il territorio;
in Carso è comunissimo ovunque. Cresce in boschi aperti, nei
mantelli, su substrati sia calcarei che marnoso-arenacei, soprattutto
con il carpino nero, ma anche in boschi più maturi di querce, dal
livello del mare alle faggete termofile della fascia montana inferiore.
In Italia meridionale la linfa è utilizzata per la produzione della
manna, sostanza zuccherina contenente mannite con deboli proprietà
lassative, che viene estratta con incisioni praticate nella corteccia e
lasciata rapprendere all'aria. Il nome generico, già utilizzato da Plinio
il Vecchio, deriva dal greco 'frasso' (difendo), forse per l'uso
dell'orniello come pianta per siepi; il nome specifico in latino significa
'ornamentale'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Foglie con al massimo 5 segmenti. Fiori giallastri
Acer negundo L.
L'acero americano è un albero originario dell'area orientale del Nord
America, importato in Europa alla fine del '600 e segnalato per la
prima volta in Italia nel 1780. Pianta a rapido accrescimento, viene
spesso coltivata a scopo ornamentale, con diverse cultivar, alcune a
foglie variegate. Spesso appare allo stato subspontaneo,
comportandosi come una pericolosa specie aliena molto infestante a
causa della disseminazione dei frutti alati da parte del vento. In Italia è
diffuso soprattutto al Nord e al Centro ed è comune anche nella
Pianura Padana. Dalla linfa si può estrarre una sostanza zuccherina
(sciroppo d'acero). Vive circa 150 anni. Il nome generico era già in
uso presso i Romani, e deriva dal latino 'acer' (appuntito, acuto), forse
per la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento
al fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto ed
elastico, era usato per la fabbricazione di lance. L'etimologia del nome
specifico è incerta: alcuni autori suggeriscono una derivazione da
'negus' inteso come 'indiano'. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie almeno 5 volte più lunghe che larghe
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Foglie meno di 5 volte più lunghe che larghe
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Foglie di color verde-grigio, più brevi di 10 cm. Fiori più stretti di 1 cm. Frutto
carnoso (oliva)
Olea europaea L.
L'olivo è l'albero mediterraneo per eccellenza; originario delle regioni
mediterranee e dell'Asia minore, è stato utilizzato e diffuso fin
dall'antichità per l'estrazione dell'olio e per l'impiego diretto dei frutti
nell'alimentazione. In Italia è spontaneo o coltivato in tutta l'area
mediterranea, dal livello del mare ai 900 m circa. Nella nostra regione
è introdotto e coltivato sin da tempi molto antichi, ed è oggi presente
allo stato subspontaneo in rare e sparse stazioni sino ai versanti
meridionali delle Prealpi; in Carso è più diffuso, ma solo nella parte
più calda; resti di antichi oliveti in terrazzamenti abbandonati si
trovano nel Carso goriziano, lungo la costiera triestina, sui colli
muggesani, e si rinviene spesso anche in arbusteti e boscaglie che
hanno invaso gli antichi coltivi; negli ultimi anni si assiste ad un
incremento della coltivazione in Carso. L'olivo coltivato ha
portamento arboreo, ed è derivato dall'oleastro, la forma spontanea,
che si distingue per i rami giovani duri e spinescenti, i frutti più
piccoli, le foglie più piccole e ovali ed il portamento arbustivo. Il
legno dell'olivo è molto pregiato, durissimo, a grana forte, di colore
giallo-bruno, si presta per lavori al tornio e d'incisione. L'olivo è anche
una bellissima pianta ornamentale il cui utilizzo come tale si è diffuso
negli ultimi anni in gran parte della Pianura Padana, favorito dalla