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inselvatichire. Nella nostra regione è diffusamente coltivata; in Carso
è piuttosto comune anche allo stato subspontaneo. Cresce in arbusteti
e siepi presso gli abitati rurali ed in vegetazioni ruderali, su suoli
limoso-argillosi mediamente profondi, neutro-subacidi, ricchi in
composti azotati. Il nome generico è il nome latino della vite, che
deriva da 'viere' (legare). Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo
di fioritura: maggio-luglio.
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Fusti attaccati al substrato con delle specie di piccole ventose. Fiori e frutti disposti in
ombrelle
Parthenocissus tricuspidata (Siebold & Zucc.) Planch.
Specie originaria dall'Asia orientale (Giappone e Corea), è stata
introdotta in Europa a scopo ornamentale come pianta rampicante, in
grado di coprire scarpate stradali e muri di intere case a causa dei
dischi adesivi con cui si attacca al substrato. Oltre ad essere coltivata,
è anche comune allo stato subspontaneo in molte regioni d'Italia, dal
livello del mare ai 600 m circa. Nella nostra regione è piuttosto
frequente al di sotto della fascia montana, e a volte viene usata per
tappezzare di verde le facciate delle vecchie case, ma ha scarsa
tendenza a spontaneizzarsi al di fuori di ambienti antropizzati. Il nome
generico deriva dal greco 'parthenos' (vergine) e 'kissos' (edera),
significa quindi 'edera vergine'; il nome specifico allude alle foglie
trilobate. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura:
giugno-luglio.
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Foglie composte (divise in foglioline separate tra loro)
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Foglie intere
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Pianta non spinosa. Frutto a bacca
Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.
Liana avventizia di origine nordamericana, la presenza in Italia è
documentata dal 1642 ed oggi è presente in tutte le regioni. La
distribuzione regionale si estende, con ampie lacune, dalla costa ai
fondovalle del settore alpino; in Carso è piuttosto comune. Utilizzata a
scopo ornamentale per coprire muri o pergolati e spesso transfuga dai
giardini, si è naturalizzata al punto da diventare invadente. Cresce su
macerie e muri, lungo viottoli ed in discariche. I frutti contengono
acido ossalico, moderatamente tossico per l'uomo ma non per gli
uccelli. Il nome generico deriva dal greco 'parthenos' (vergine) e
'kissos' (edera), significa quindi 'edera vergine'; il nome specifico
allude alle foglie composte con cinque foglioline. Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: giugno.
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Piante spinose. Frutto a mora
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Fiori rosa. Foglie con più di 3 segmenti. Mora nera e lucida a maturità
Rubus ulmifolius Schott
I rovi costituiscono un gruppo difficilissimo di specie di origine
apomittica ed ibridogena, ancora incompletamente studiato in Italia.
Questa è una specie mediterraneo-atlantica presente in tutta Italia al di
sotto della fascia montana superiore. Nella nostra regione è
concentrata nella parte meridionale, con singole stazioni nelle vallate
alpine; in Carso è comune ovunque. Cresce nelle boscaglie rade, nelle
pinete a pino nero, negli orli dei boschi e sui muretti a secco,
formando spesso intrichi impenetrabili nell'ultimo stadio della
degradazione forestale, sia su calcare che su substrati arenacei, su
suoli ricchi in composti azotati, da freschi a subaridi. I frutti sono
commestibili. Il nome generico, di antico uso, potrebbe derivare dal
latino 'ruber' (rosso) per il colore rosso dei frutti di alcune specie dello
stesso genere (come il lampone); il nome specifico allude alle
foglioline un po' asimmetriche simili alle foglie dell'olmo. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-luglio.