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più caldi dei boschi decidui, su suoli limoso-argillosi profondi, neutro-
basici, al di sotto della fascia montana inferiore. Tutta la pianta è
tossica da fresca. Insieme all'agrifoglio è una delle piante tradizionali
del Natale: la raccolta sconsiderata a fini commerciali ne ha
minacciato la presenza allo stato spontaneo. Nella credenza popolare è
considerata pianta augurale. I getti giovani sono commestibili previa
cottura e vengono consumati come gli asparagi. In alcune regioni, con
i rami spinosi della pianta venivano protetti i formaggi in stagionatura
contro i morsi dei topi, da cui il nome italiano 'pungitopo'. Il nome del
genere deriva dal greco 'rugchos' (becco, rostro), per i cladodi dalla
punta aguzza che ricordano un becco d'uccello. Forma biologica:
geofita rizomatosa/camefita fruticosa. Periodo di fioritura: febbraio-
aprile, settembre-ottobre.
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Foglie chiaramente picciolate
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Pianta con rami terminanti in spina
Prunus spinosa L. subsp. spinosa
Arbusto eurasiatico-centroeuropeo presente in tutte le regioni d'Italia.
La distribuzione regionale è estesa dalle coste ai fondovalle del settore
alpino; in Carso è comune quasi ovunque. Cresce nelle siepi, ai
margini dei boschi, in densi popolamenti che colonizzano i prati
abbandonati, su suoli argillosi da mediamente freschi a subaridi,
piuttosto ricchi in composti azotati, con optimum nella fascia
submediterranea; con il corniolo maschio è uno dei primi arbusti a
fiorire in primavera. I frutti, inizialmente molto aspri ed astringenti,
diventano più gradevoli dopo l'ammezzimento che di solito avviene
con i primi geli. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di
etimologia incerta, quello specifico allude ai rami spinescenti. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Piante non spinose
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Foglie con forte odore di alloro se sfregate tra le dita
Laurus nobilis L.
L'alloro è un albero mediterraneo-atlantico, di antica introduzione in
Italia settentrionale, ove anche grazie ai merli che ne diffondono i
semi è diffuso anche allo stato subspontaneo. È presente in tutta Italia
(in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia
come avventizia). Anche nella nostra regione è di antica introduzione,
coltivata e diffusa allo stato subspontaneo; in Carso è piuttosto
comune. Cresce in stazioni soleggiate nella zona dell'olivo; con l'edera
ed il pungitopo forma piccole oasi di laurofille sempreverdi,
soprattutto su substrati arenacei freschi, dal livello del mare agli 800
m circa. Le foglie sono notissime come condimento. I frutti
contengono olii essenziali ed un grasso impiegato in profumeria.
L'olio di lauro, estratto dai semi, è un componente dell'olio laurino,
utilizzato contro i dolori reumatici. La pianta è tradizionale simbolo di
gloria e di affermazione: la 'laurea' deriva da essa il suo nome. Il nome
generico, assonante con il celtico 'lauer' (sempreverde) e con il
sanscrito 'daru' (albero), è quello utilizzato dagli antichi Romani; il
nome specifico si riferisce all'uso celebrativo della pianta. Forma
biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
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Foglie non odorose
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Piante sempreverdi con foglie lucide e coriacee
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Piante non sempreverdi con foglie erbacee
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Arbusto. Foglie verdi di sotto. Fiori più stretti di 2 cm
Prunus laurocerasus L.
Il lauroceraso è originario dell'Asia Minore e dell'Europa sud-
orientale; è stato diffuso a scopo ornamentale nel resto dell'Europa nel
XVI secolo. In Italia, ove la sua presenza è documentata dal 1558, è