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facilmente ed è impiegato per fabbricare mobili, traversine ferroviarie,
lavori da intaglio e per produrre cellulosa. Il legno ed il carbone sono
ottimi combustibili, tanto che in passato il mestiere del 'carbonaio' era
molto diffuso sulle montagne appenniniche. I semi (faggiole)
venivano un tempo utilizzati sia per l'alimentazione umana che degli
animali domestici, soprattutto maiali, ma sono debolmente tossici per
saponine ed acido ossalico. Il faggio viene spesso utilizzato anche
come pianta ornamentale nei parchi. Può vivere più di 300 anni. Il
nome generico è quello che utilizzavano già gli antichi Romani; il
nome specifico, dal latino 'sylva' (selva), allude all'habitat boschivo e
si riferisce al suo ruolo dominante nelle foreste di montagna. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.
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Foglie più lunghe di 15 cm. Frutti avvolti da un involucro spinoso a forma di riccio
Castanea sativa Mill.
Il castagno è un albero di origine sudest europeo-asiatica occidentale,
forse introdotto con il noce in epoca romana; è presente in tutta Italia,
dal livello del mare ai 1200 m. Nella nostra regione è diffuso sino alla
fascia montana inferiore delle Prealpi, con isolate stazioni nell'area
alpina; in Carso non è comune. È uno dei principali costituenti dei
boschi collinari, fra i 200 e gli 800 m circa. Cresce su suoli profondi
più o meno acidi, quindi su substrati marnoso-arenacei, raramente su
terra rossa. Il castagno è molto longevo, potendo raggiungere i 500
anni di età; per alcuni individui è stata stimata un'età di 1000 anni. In
Italia, sulle pendici dell'Etna, l'esemplare detto 'dei cento cavalli'
avrebbe un'età di 4000 anni. Il castagno ha avuto un'importanza
notevolissima per molti secoli come alimento primario per le
popolazioni contadine delle regioni montane, diventando 'l'albero del
pane'. Il legname è molto apprezzato per la sua elasticità e
compattezza per paleria, falegnameria, mobili, travi, botti, ecc. Il
legno è usato per la produzione di cellulosa al solfato. Legno e
corteccia venivano usati per la concia delle pelli, dato l'elevato
contenuto in tannini. Le castagne, ricche di amido e zuccheri,
venivano consumate fresche, secche o ridotte in farina. Oggi sono
molto richieste le varietà di grandi dimensioni, dette 'marroni', usate
per la preparazione di marmellate e dei prelibati 'marrons glacés'.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio.
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Foglie più brevi di 15 cm. Frutti non avvolti da un
involucro spinoso
70
70
Base della foglia non simmetrica
71
70
Base della foglia simmetrica
73
71
Frutto carnoso. Nervi delle foglie non decorrenti nei denti, formanti un reticolo
Celtis australis L. subsp. australis
Il bagolaro è un albero submediterraneo originario dell'Europa
meridionale, Asia occidentale ed Africa settentrionale, di antica
introduzione ai limiti settentrionali dell'areale, oggi coltivato un po'
ovunque nei viali e nel verde urbano, ma presente in tutta Italia anche
allo stato subspontaneo in siepi e boschetti presso gli abitati (come
spesso avviene in Carso) al di sotto della fascia montana. La
distribuzione regionale si concentra nella parte meridionale del
territorio. È una specie frugale che si presta bene all'utilizzo per il
rimboschimento di pendii aridi; il fogliame è un ottimo foraggio ed è
una pianta mellifera. È ampiamente utilizzata nei parchi cittadini e
nelle alberature stradali per la rusticità, la resistenza all'inquinamento
e la longevità, anche se il forte e superficiale apparato radicale tende a
rompere i marciapiedi ed il manto stradale. Il legno, chiaro, molto
resistente ed elastico, è impiegato in falegnameria, per lavori al tornio
ed è un ottimo combustibile. In alcune aree del Mediterraneo con i
noccioli delle drupe si costruivano rosari, da cui il nome locale di
'albero dei rosari'. Altro nome con cui è noto è 'spaccasassi', perché ha
un apparato radicale molto forte che gli permette di radicare anche in
terreni particolarmente sassosi. I frutti maturi sono commestibili. Il