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cantieri navali e nella costruzione di doghe per botti adatte per
l'invecchiamento dei vini; ottimo combustibile, è anche utilizzato per la
produzione di carbone da legna. Il nome generico, già in uso presso gli
antichi, è di etimologia incerta, potrebbe derivare da due parole celtiche,
'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza'; secondo altri
deriva dal greco, indicando il legno ruvido delle piante di questo genere.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Piante con fusto o rami spinosi
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Piante senza spine
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Foglie sempreverdi, coriacee. Fiori bianchi. Frutti tanto lunghi che larghi
Pyracantha coccinea M. Roem.
Specie diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in Asia Minore, di dubbio
indigenato in Italia, ove è presente in quasi tutte le regioni, salvo che in
Valle d'Aosta, Sicilia e forse Piemonte, dal livello del mare ai 900 m
circa. È frequentemente coltivata a scopo ornamentale per la costruzione
di siepi e talvolta appare allo stato subspontaneo in boschi e boscaglie
termofile e loro margini, arbusteti, siepi. Il nome generico deriva da due
parole greche che significano 'fuoco' e 'spina' e si riferisce sia alla
presenza di spine che al colore rosso vivo dei frutti, carattere cui allude
anche il nome specifico. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Foglie decidue, non coriacee. Fiori gialli. Frutti più lunghi che larghi
Berberis vulgaris L. subsp. vulgaris
Specie diffusa dall'Europa centrale all'Africa nordoccidentale, soprattutto
in aree con clima continentale, ormai naturalizzata nell'Europa
settentrionale, comprese le isole britanniche e la Scandinavia meridionale
ed in Nord America, presente in tutta Italia sino a circa 2000 m. Cresce su
pendii aridi, in pinete e boschi submediterranei degradati. È l'ospite
intermedio della ruggine del grano (
Puccinia graminis
), un fungo che
dalle foglie di
Berberis
si trasferisce al grano producendo danni enormi;
sembra che già nei primi anni del '600 alcuni agricoltori si accorsero della
relazione tra la
Berberis
e la ruggine, ma furono derisi da chi usava i frutti
della
Berberis
per fare marmellate. La cosa fu chiarita scientificamente
solo nel 1865: per il gravissimo impatto della ruggine sul grano, la
coltivazione della
Berberis
è proibita in diversi Paesi. La pianta è sia
velenosa che medicinale, per la presenza di berberina. Il nome generico,
di antico uso, deriva forse dal sanscrito 'varvarata' (ruvidezza) per la
spinosità della pianta; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e
significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: nanofanerofita.
Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie a contorno triangolare o più o meno romboidale
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Foglie a contorno non triangolare né romboidale
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Margine fogliare con denti acuti, ravvicinati. Frutti disposti in infruttescenze compatte,
cilindriche. Scorza bianca
Betula pendula Roth
La betulla è un albero eurosiberiano presente allo stato spontaneo in tutta
l'Italia continentale salvo che in Umbria, Puglia e Calabria, con optimum
nella fascia montana; è più frequente sulle Alpi che sugli Appennini. È
una pianta eliofila pioniera di suoli acidi, ove riconquista pascoli
abbandonati. Il legno, elastico e tenero, è usato nella fabbricazione di
spazzole, zoccoli e lavori al tornio (oggetti casalinghi ed utensili), si
presta alla produzione di cellulosa ed è un ottimo combustibile. Dalla
corteccia si ricava un olio essenziale usato in profumeria e nella concia
delle pelli ('cuoio di Russia'). Le foglie contengono un principio tintorio
giallo. Nei paesi nordici la linfa zuccherina è usata per produrre una