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Il ginepro comune è un arbusto eurasiatico che cresce in tutta Italia
in arbusteti pionieri o in boschi molto aperti in cui la sua frequenza
aumenta con la profondità dei suoli e con l'altitudine, su suoli
argillosi da subaridi a freschi, spesso decalcificati e quindi da neutri
a subacidi. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, è di
origine controversa; forse deriva dal latino 'iùnix' (giovenca) e 'pàrio'
(do alla luce) alludendo al fatto che Juniperus sabina veniva
somministrato alle vacche per favorire il parto, oppure da 'iùnior'
(più giovane) 'pàrio' (do alla luce) perché produce sempre nuovi
germogli. Il legno duro e compatto è ricercato per lavori di
ebanisteria e per la costruzione di utensili. Con i galbuli si
aromatizzano le acquaviti di cereali, ottenendo il famoso 'gin'. I
galbuli possiedono anche proprietà balsamiche e sono utilizzati nelle
affezioni delle vie respiratorie e urinarie. L’esemplare di ginepro
dell’Orto Botanico si trova nella parte Nord, nella zona
pianeggiante. Dal portamento arbustivo, supera di poco i 2 metri
d’altezza. La chioma è conica ma tende ad espandersi e a diventare
irregolare. Pianta dioica, si tratta in questo caso di un esemplare
femminile, in quanto presenta i caratteristici pseudofrutti sferici.
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Foglie senza striscia biancastra sulla pagina superiore
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Foglie appiattite almeno di sopra
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Foglie non appiattite
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Foglie senza strie chiare di sotto
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Foglie con due strie chiare di sotto
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Foglie un po' rigide, verdi scure, sempreverdi. Con un unico seme avvolto da una coppa
carnosa rossa
Taxus baccata L.
Il tasso è un relitto dell'epoca Terziaria, ancor oggi diffuso allo stato
spontaneo in tutta Italia con optimum nella fascia montana, ma
solitamente raro (è più frequente come pianta ornamentale in parchi
e giardini); solo in poche regioni d'Italia esistono ancora boschi
dominati dal tasso, per esempio in Sardegna, ove mancando il faggio
il tasso si associava con l'agrifoglio nelle foreste montane più umide.
La sua tossicità, nota sin dall’antichità, giustifica il nome di 'albero
della morte'. La medicina popolare impiegava il decotto di semi e
foglie come abortivo. Il legno era utilizzato nella costruzione di
archi, gli Egizi lo impiegavano per la costruzione di sarcofagi. Oggi
il tasso è usato soprattutto a scopo ornamentale, grazie alla capacità
di sopportare potature anche drastiche e quindi assumere svariate
sagome. All’Orto Botanico si trovano nove esemplari di tasso, oltre
ad una siepe di recente impianto, aventi sia portamento arboreo che
arbustivo. Di questi, quelli di dimensioni maggiori si trovano nella
zona Nord-Ovest , in vicinanza del confine con il Giardino Ducale.
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Foglie tenere, verdi chiare, decidue. Con numerosi semi
racchiusi in pigne legnose
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Contorno dei rametti (con le foglie) a lati più o meno paralleli. Foglie più larghe di 1 mm.
Pigne ellissoidali
Metasequoia glyptostroboides Hu & W.C.Cheng.