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Foglie solitarie, sparse sui rami
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2-5, o addensate su
brevi rami laterali
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Foglie decorrenti sul fusto. Pigne sferiche od ovali
Cryptomeria japonica (L. f.) D.Don
Albero originario dell’Asia orientale (dalla Cina al Giappone),
introdotto in Italia nel XIX secolo a scopo ornamentale. In
Giappone, conosciuto con il nome ‘sugi’, ha notevole interesse
forestale. Il legno profumato, leggero, di colore rosa-rossastro,
tenero, omogeneo e molto durevole, è resistente ai marciumi e ai
processi di decomposizione e viene utilizzato sia per la
fabbricazione di mobili che - in Giappone - per le costruzioni in
legno e per pannelli divisori all'interno delle abitazioni. Può vivere
oltre i 200 anni. Il nome generico deriva dal greco ‘kryptos’,
‘nascosto’ e ‘meros’, ‘parte’, alludendo alla difficoltà di distinguere
fra loro le diverse parti del fiore. Il nome specifico richiama uno dei
luoghi di origine, il Giappone. All’ Orto Botanico sono presenti tre
esemplari di C. japonica: si trovano nell’aiuola della zona Nord,
situati tutti a distanza molto ravvicinata fra loro. Hanno portamento
colonnare con chioma a forma tendenzialmente conica, poco folta e
abbastanza irregolare. Presentano la classica scorza rossastra con
sfumature brunastre che ha la tendenza a sfaldarsi in lunghe
costolature longitudinali.
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Foglie bruscamente attaccate al fusto su piccole sporgenze
o con una cicatrice rotonda. Pigne cilindriche
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Foglie di color verde-azzurro, mediamente più lunghe di 1.5 cm (misurare almeno 10
foglie e fare la media)
Picea pungens Engelm.
Vive sulle montagne della parte occidentale del Nord America; fu
introdotto in Europa verso la metà dell’Ottocento per le sue notevoli
qualità ornamentali. In Italia viene sfruttato come specie
ornamentale; nella zone d’origine ha invece importanza per la
produzione di legname. Per sopportare la carenza d’acqua (vive in
terreni piuttosto aridi), le foglie sono ricoperte da una sostanza
cerosa e impermeabile (pruina) che impedisce l’eccessiva
evaporazione. Gli aghi, se stropicciati, emettono un odore gradevole.
Sopporta le potature e resiste all’inquinamento urbano, soprattutto
all’anidride solforosa. Può vivere diversi secoli. Il nome generico
deriva dal latino ‘pix’, ‘resina’ o ‘pece’, prodotta in gran quantità da
questi alberi. Il nome specifico allude all’apice pungente delle
foglie. È una specie abbastanza rustica, tollera il ristagno idrico, i
climi aridi e secchi, il freddo e l’inquinamento.
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Foglie verdi, mediamente più brevi di 1.5 cm
Picea abies (L.) H. Karst.
L'abete rosso è una specie eurosiberiana che in Italia è comune e
abbondante sulle Alpi al di sopra della fascia montana superiore ove
domina la fascia oroboreale, con optimum sulle catene interne a
clima più continentale, raggiungendo allo stato spontaneo
l'Appennino settentrionale. Viene spesso usato per rimboschimenti,
e viene frequentemente coltivato in parchi e giardini pubblici e
privati anche al di fuori del suo areale naturale. Dalla corteccia si
ricava tannino e dalla resina la 'Resina di Borgogna' e la 'Trementina