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Foglie mediamente più brevi di 6.5 cm (misurare almeno 10 foglie!)
Pinus sylvestris L.
Il pino silvestre o pino rosso è un albero eurasiatico-boreale che ha
raggiunto l'Italia durante il periodo glaciale provenendo dalla Siberia
e che oggi è diffuso lungo tutto l'arco alpino, con optimum nelle
vallate interne a clima più continentale; altrove è stato spesso
introdotto con i rimboschimenti. In Emilia Romagna sono presenti
alcune stazioni naturali di pino silvestre a bassa quota (in particolare
nell’Appennino Reggiano) che assumono un rilevante interesse
botanico/ecologico, trattandosi di siti in cui la specie si trova in
condizioni di marginalità di areale (ecotipo emiliano). Il legno viene
impiegato per lavori di falegnameria e come pasta per la cellulosa
nell’industria della carta. In medicina le gemme sono utilizzate per
le proprietà balsamiche, mentre dalla resina si estrae la trementina
(solvente per vernici). È un albero longevo, può vivere circa 500
anni. Il nome generico deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina,
essudato della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal
celtico 'pen' (testa) per la forma della chioma. Il nome specifico
allude al suo habitat, il bosco.
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Foglie mediamente più lunghe di 6.5 cm
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Tronco e rami principali da grigio bruni a grigio violetti
Pinus nigra J.F. Arnold s.l.
Specie preglaciale a carattere relitto, con areale piuttosto ampio e
frammentario sulle montagne dell’Europa meridionale e
differenziazione in numerose stirpi locali variamente trattate a
livello tassonomico. Si tratta di un pino molto apprezzato a scopo
paesaggistico e ornamentale per la sua adattabilità, per lo sviluppo
relativamente rapido e per il notevole effetto estetico. Può essere
utilizzato come essenza da legno o per il rimboschimento nelle zone
montane in fasce comprese fra i 600 e i 1500 m. Il nome generico
deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina, essudato della pianta), da
'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen' (testa) per la
forma della chioma. Il nome specifico allude al colore scuro della
scorza e della chioma. All’Orto Botanico sono presenti due
esemplari di pino nero: quello ubicato nella parte Sud della
Montagnola raggiunge un’altezza di circa 20 metri, ma ha un fusto
notevolmente sbilanciato. L’altro si trova nella zona Nord: ha un
tronco di dimensioni notevoli, profondamente solcato, con chioma
molto ridotta.
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Tronco e rami principali da rosei a rossastri
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Foglie in media lunghe meno di 15 cm. Pigne poco più lunghe che larghe
Pinus pinea L.
Originario delle regioni mediterranee dell’Europa meridionale e
delle coste dell’Asia Minore, in Italia è presente in quasi tutte le
regioni fino a 800-1000 metri di quota. Insieme a P. pinaster è una
specie litoranea tipica delle zone costiere mediterranee. Viene
coltivato per il suo seme commestibile (i pinoli) e per rimboschire le
pinete delle zone litoranee. Il pino domestico è rustico e si adatta
bene anche a substrati poveri, ma è sensibile all’inquinamento che
provoca arrossamento e necrotizzazione delle parti terminali degli
aghi. Il nome generico è quello utilizzato dai latini, a sua volta
derivato dal greco ‘pitus’, pece; il nome specifico si riferisce alla
parte commestibile dei semi, i pinoli.