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Il gelso bianco, originario della Cina e della Corea, è stato introdotto
in Europa probabilmente nel XII secolo per l’allevamento del baco
da seta che lo preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è
documentata dal 1434. La pianta si è spontaneizzata e diventa a
volte invadente. Il gelso bianco è una specie coltivata per i frutti ma,
più frequentemente, a scopo ornamentale. Il frutti bianchi e
cilindrici, che maturando diventano prima rosa e poi rossi, vengono
consumati freschi o nelle marmellate. Il nome generico è quello
utilizzato dagli antichi romani per indicare il gelso nero, pianta da
loro già conosciuta perchè originaria dell’Asia Minore; deriva a sua
volta dal greco antico ‘meros’, parte, in riferimento
all’infruttescenza formata da tanti piccoli frutti con involucro
carnoso; il nome specifico si riferisce sempre ai frutti ma questa
volta al loro colore prevalente.
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Piccolo arbusto. Frutto una capsula spinosa
Ricinus communis L.
Il ricino è originario della fascia tropicale di Africa e Asia e può
presentarsi in forma erbacea, arbustiva, arborescente, annua o
perenne, secondo le condizioni climatiche e pedologiche in cui vive.
In Italia si trova in pianura padana (come erbacea annuale) e nelle
regioni meridionali (come erbacea perenne). Ha un aspetto molto
ornamentale conferitogli dalle foglie verdi brillanti, profondamente
divise e venate, e dai fiori lanuginosi, caratterizzati da ciuffi di
stami. Dai suoi semi si ricava un olio, usato a scopo medicinale e
nella produzione di saponi e vernici (l’estrazione deve però avvenire
a freddo, perché a caldo si estraggono sostanze tossiche, la ricina e
la ricinina). L’Orto Botanico lo coltiva in vaso.
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Grandi alberi. Frutto diverso
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Scorza non desquamantesi in placche. Albero con resina di odore balsamico
Liquidambar styraciflua L.
Originario del settore atlantico del Nord America e dall’America
Centrale, fu introdotto in Europa nel 1681 dal missionario John
Banister. In Italia è utilizzato esclusivamente come pianta
ornamentale. È una pianta decorativa, soprattutto in autunno quando
le foglie assumono una vivace colorazione giallo-rossa. In Nord
America il legno, compatto e rossastro, ha notevole importanza
commerciale. La resina, recuperata dalla scorza, è usata in conceria
per profumare le pelli e nell’industria profumiera. Vive circa 150
anni. Si può confondere facilmente con alcuni aceri, che però hanno
foglie opposte e non odorose. Il nome generico deriva dal latino
‘liquidus’, ‘liquido’ e dall’arabo ‘ambar’, ‘ambra’, per la secrezione
resinosa fluida e aromatica. Il nome specifico deriva dal greco
‘styrax’, nome dato alla resina di altri alberi europei (da cui
l’italiano ‘storace’). All’Orto Botanico è presente un esemplare di
liquidambar alto circa 10 metri, con tronco diritto ma leggermente
inclinato verso la cancellata che divide l’Orto da Viale Caduti in
Guerra. Ha una chioma abbastanza densa e regolare; la corteccia
presenta le caratteristiche profonde fessurazioni che formano delle
creste.
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Scorza desquamantesi in placche. Alberi senza resina con
odore balsamico
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Foglie con 5-7 lobi, quello centrale più lungo che largo
Platanus orientalis L.