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optimum nella fascia submediterranea. Nella nostra regione è ampiamente
diffuso dalla media pianura alla fascia montana, in Carso è però
sporadico, forse introdotto e poi inselvatichito; in Friuli caratterizza i
boschi alluvionali umidi e quelli dei fondovalle su suoli colluviali, spesso
associandosi a tigli ed aceri, mentre in Carso è ristretto a boschi freschi su
pendici volte a nord, di solito nelle doline. Cresce in boschi ripari di
latifoglie decidue ed in forre umide, su suoli freschi e profondi ricchi in
humus. È una specie interessante per l'arboricoltura da legno: viene
governato a fustaia con turni di 70-80 anni, raramente a ceduo; il legno,
molto pregiato, di colore bruno chiaro, con riflessi lucidi, elastico e di
facile lavorazione, viene utilizzato per remi, sci, racchette da tennis,
mazze da golf, stecche da biliardo, mobili, ecc. Talvolta viene utilizzato
come pianta ornamentale. Può vivere fino a 250 anni. Il nome generico,
già utilizzato da Plinio il Vecchio, deriva dal greco 'frasso' (difendo),
forse per l'uso dell'orniello come pianta per siepi. Il nome specifico
significa 'maestoso' e si riferisce al grande sviluppo della chioma. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglioline con tanti denti quanti i nervi secondari. Gemme verdi-brune
Fraxinus angustifolia Vahl subsp. oxycarpa (Willd.) Franco & Rocha Afonso
Il frassino meridionale è un albero sudest europeo, presente in quasi tutta
Italia salvo che in Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige, Liguria e Sicilia,
dal livello del mare ai 1000 m circa. Nella nostra regione si concentra
nella pianura alluvionale; in Carso è sparso e raro, con la distribuzione
bicentrica di altre specie igrofile (Isontino e Muggesano); i boschi igrofili
più belli in cui è dominante si trovano nella palude di Sablici ed nei
laghetti artificiali delle Noghere, di recente costituzione. Cresce in boschi
paludosi, su suoli pesanti, limoso-argillosi, ricchi in composti azotati e
con ristagno d'acqua. Come dall'orniello, anche da questa specie si
estraeva la manna, una sostanza zuccherina contenente mannite, dalle
proprietà debolmente lassative. Il nome generico, già utilizzato da Plinio
il Vecchio, deriva dal greco 'frasso' (difendo), forse per l'uso dell'orniello
come pianta per siepi. Forma biologica: fanerofita scaposa Periodo di
fioritura: novembre-gennaio.
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Foglie verdi di sopra, bianco-o grigio-pelose di sotto
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Foglie verdi su entrambe le facce
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Foglie picciolate. Fiori bianchi in infiorescenze ombrelliformi. Frutto carnoso
Viburnum lantana L.
Specie dell'Europa centro-meridionale, Africa nord-occidentale e Asia
occidentale. presente in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in
Puglia, Basilicata e Calabria La distribuzione regionale copre quasi tutto
il territorio, dalla foce del Tagliamento sino ai fondovalle del settore
alpino; in Carso è piuttosto comune, soprattutto nella parte
nordoccidentale, ma con lacune. Cresce in boschi aperti, arbusteti e siepi,
su suoli limoso-argillosi da freschi a subaridi, ricchi in basi e composti
azotati, con optimum nella fascia submediterranea. Viene anche coltivata
a scopo ornamentale e per formare siepi miste; può vivere 30-50 anni.
Quasi tutte le parti della pianta sono tossiche, inclusi i frutti. Il nome del
genere è molto antico e di etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino
'viere' (legare, intrecciare), con allusione alla flessibilità dei rami di
alcune specie, utilizzati un tempo per costruire ceste, oppure da 'vovorna'
(dei luoghi selvatici); il nome specifico allude alla somiglianza delle
foglie con quelle di un arbusto tropicale con lo stesso nome. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie sessili. Fiori violetti (raramente bianchi) in racemi allungati. Frutto secco
Buddleja davidii Franch.
Specie di origine orientale, da noi introdotta per scopi ornamentali e
spesso transfuga in ambienti seminaturali, presente come avventizia in
Italia con ampie lacune, dal livello del mare agli 800 m circa. Nella nostra
regione è piuttosto diffusa ed in via di espansione, ma ancora con ampie
lacune; in Carso si concentra nelle aree urbane. Cresce nei greti dei fiumi,