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Specie di origine steppica con areale esteso sino alla Siberia meridionale,
in Italia presente soltanto in Friuli. La distribuzione regionale è ristretta
alla porzione centrale dell'alta pianura friulana occidentale. Cresce nella
vegetazione dei 'magredi', greti calcarei dei torrenti planiziali colonizzati
da praterie magre a carattere substeppico. Sembra che la pianta sia stata
introdotta in Friuli dalle invasioni degli Ungari provenienti dalle steppe
ungheresi intorno all'anno 1000. I germogli e le foglie giovani sono
commestibili. La specie è bienne: il primo anno si sviluppano gli organi
vegetativi (fusto, rami e foglie), il secondo anno avviene la fioritura e la
fruttificazione, dopo la quale il cespo ormai disseccato si stacca dalla
radice e rotola sul terreno per opera del vento (nella Repubblica Ceca è
chiamata 'corridore della steppa'). Il nome generico deriva dal greco
'krambe' (cavolo), quello specifico allude ai Tatari (o Tartari), antico
popolo eurasiatico nomade delle steppe. Forma biologica: emicriptofita
bienne. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
358
Piante spinose o pungenti
359
358
Piante non spinose né pungenti
361
359
Pianta sempreverde con foglie (in realtà fusti simili a foglie: cladodi) pungenti solo
all'apice. Frutto carnoso
Ruscus aculeatus L.
Il pungitopo è una specie mediterranea presente in tutte le regioni d'Italia.
La distribuzione regionale si estende dalla costa sino alle Prealpi con
singole stazioni nei fondovalle alpini; in Carso è localmente comune.
Cresce nella macchia mediterranea e negli aspetti più caldi dei boschi
decidui, su suoli limoso-argillosi profondi, neutro-basici, al di sotto della
fascia montana inferiore. Tutta la pianta è tossica da fresca. Insieme
all'agrifoglio è una delle piante tradizionali del Natale: la raccolta
sconsiderata a fini commerciali ne ha minacciato la presenza allo stato
spontaneo. Nella credenza popolare è considerata pianta augurale. I getti
giovani sono commestibili previa cottura e vengono consumati come gli
asparagi. In alcune regioni, con i rami spinosi della pianta venivano
protetti i formaggi in stagionatura contro i morsi dei topi, da cui il nome
italiano 'pungitopo'. Il nome del genere deriva dal greco 'rugchos' (becco,
rostro), per i cladodi dalla punta aguzza che ricordano un becco d'uccello.
Forma biologica: geofita rizomatosa/ camefita fruticosa. Periodo di
fioritura: febbraio-aprile, settembre-ottobre.
359
Piante non sempreverdi, con spine sui fusti o al margine
delle foglie. Frutto secco
360
360
Fiori gialli, non disposti in capolini. Foglie più strette di 1 cm
Genista germanica L.
Specie europeo-continentale presente in Italia centro-settentrionale
(manca in Lazio ed Abruzzo) sino alla fascia montana inferiore. Nella
nostra regione è diffusa sino alla fascia montana inferiore, in Friuli
soprattutto in boschi naturali a pino nero; in Carso è solo localmente
comune, con ampie lacune. Cresce in brughiere e lande ed ai margini di
boschi, su suoli da argillosi a pietrosi, subaridi, poveri in composti azotati,
da neutri a subacidi. Il nome generico, di antico uso, deriva dalla radice
celtica 'gen' che indicava un arbusto. Le parti verdi possono provocare
vomito e diarrea, i semi sono tossici per il loro contenuto in alcaloidi.
Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: maggio-
luglio.
360
Fiori violetti, disposti in capolini. Foglie più larghe di 1 cm
Cirsium pannonicum (L. f.) Link
Specie pontica presente in Italia continentale, con ampie lacune, dai 200
ai 1500 m circa. Nella nostra regione è diffusa in regione dalla montagna
al Carso evitando la bassa pianura e le Alpi interne; in Carso è piuttosto
frequente, salvo che lungo la costa. Cresce in gramineti e margini
boschivi da subaridi a submesici, su suoli abbastanza profondi, ricchi in
basi, alternativamente umidi e secchi, spesso in piccole doline. Appare in
regresso a causa del rimboschimento naturale del Carso. Il nome generico