Pagina 170 - Magredi_book_ita

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Petali 5 o più
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Petali più lunghi di 2 cm
Oenothera biennis L.
Taxon collettivo che comprende diverse specie avventizie e talora
invasive di origine nordamericana, in Italia presente in quasi tutto il
territorio, dal livello del mare ai 1200 m circa. La distribuzione nella
nostra regione copre quasi tutto il territorio al di sotto dei 1000 m circa,
ma la distribuzione precisa delle diverse specie è ancora poco nota.
Cresce in ambienti disturbati, su suoli aridi incoerenti, anche sulle dune
marittime. Lungo i litorali friulani sono presenti, oltre alla specie intesa in
senso stretto, anche
O. oakesiana
(A. Gray) S. Watson & J.M. Coult.,
O.
parviflora
L.,
O. stucchii
Soldano, ed
O. suaveolens
Desf. ex Pers., che
comunque hanno l'optimum nella vegetazione psammofila. Le foglie
giovani e le radici sono commestibili da cotte. I fiori sbocciano nelle ore
pre-serali e durano 24 ore, gli stami rilasciano il polline quando lo stimma
non è ancora recettivo; lo diventerà la sera dopo con l'intervento delle
farfalle notturne. Il nome generico ha etimologia incerta, quello specifico
allude al ciclo vitale bienne. Forma biologica: emicriptofita bienne.
Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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Petali più brevi di 2 cm
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Foglie con peli rigidi. Frutto a forma di occhiali
Biscutella laevigata L. subsp. laevigata
Specie appartenente ad un gruppo polimorfo, presente in tutta l'Italia
continentale, dal livello del mare ai 2700 m circa. È presente in tutta la
nostra regione sino alla fascia alpina; in Val Rosandra è presente la subsp.
hispidissima
, endemica della Valle e descritta per la prima volta dal
Pospichal. Cresce su substrati aridi e pietrosi, di solito calcarei. Il nome
generico allude alla caratteristica forma dei frutti. Forma biologica:
emicriptofita scaposa/emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: aprile-
agosto.
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Foglie glabre. Frutto allungato
Brassica glabrescens Poldini
Specie endemica del Friuli, con distribuzione ristretta ai greti dei torrenti
Meduna e Cellina ed una singola stazione nei pressi di Tenzone (UD).
Cresce in vegetazioni aperte sui greti dei torrenti planiziali, su suoli
ciottolosi a volte ferrettizzati. Il nome generico era già usato dai Romani
ed ha etimologia incerta: secondo alcuni deriva da una radice gallica,
secondo altri dal greco 'bibrásko' (io mangio); il nome specifico in latino
significa 'con pochi peli', alludendo alle foglie glabre salvo che per 1-2
peli sulla punta di ciascun dente del margine fogliare. Forma biologica:
emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Pianta senza fusto (foglie e fiori tutti basali)
Primula vulgaris Huds. subsp. vulgaris
Specie submediterranea presente in tutte le regioni d'Italia. La
distribuzione regionale si estende, con poche lacune, su tutto il territorio.
Cresce in boschi maturi di querce e carpino bianco, più raramente nelle
faggete termofile, sia su calcari che su arenarie, su suoli argillosi
abbastanza profondi ed umiferi, da neutri a subacidi, dal livello del mare
alla fascia montana inferiore. La pianta, soprattutto nelle radici, contiene
saponine; le foglie ed i fiori sono commestibili. Il nome generico è il
diminutivo del termine latino 'prímus' (primo) per la precoce fioritura,
quello specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune',
'diffusa', 'frequente'. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di
fioritura: febbraio-marzo.
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Piante con fusti fogliosi e fioriferi
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Petali liberi. Stami numerosissimi
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