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montana, soprattutto nei corsi medio-inferiori di Isonzo, Tagliamento e
Cellina-Meduna, ove forma arbusteti impraticabili che hanno sostituito i
saliceti ripari; in Carso è diffuso un po' ovunque in siti disturbati, ma non
forma mai popolamenti estesi. Il nome generico in greco significa
'deforme' ed allude alla corolla con un solo petalo. I fiori abbondanti di
colore violetto le conferiscono il nome comune di 'indaco bastardo'.
Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Fiori grandi, bianchi, disposti in racemi penduli. Albero
Robinia pseudoacacia L.
Specie di origine nordamericana, introdotta a Parigi dal Canada nel 1601
e poi diffusasi ampiamente in Europa con tendenza submediterraneo-
continentale. In Italia è comunissima in tutte le regioni. Nella nostra
regione è ampiamente diffusa dalla costa ai fondovalle del settore alpino;
in Carso è comune ovunque. Cresce sempre in ambienti disturbati come
scarpate, margini stradali, boschetti presso gli abitati e le linee ferroviarie,
su suoli da freschi a subaridi, con il sambuco nero e varie specie nitrofile
ruderali, dal livello del mare alla fascia montana. È una pianta rustica e a
rapido accrescimento, che tende a soppiantare la vegetazione locale
divenendo spesso invasiva. Viene spesso usata a scopo ornamentale per il
fogliame e la fioritura; il legno, resistente alle intemperie, è utilizzato per
palerie e come combustibile; i semi, la scorza e le radici contengono
sostanze tossiche. E' un'ottima pianta mellifera il cui miele (miele
d'acacia) si mantiene fluido senza cristallizzare. I fiori sono utilizzati in
erboristeria ed in alcune regioni italiane vengono mangiati fritti. Il genere
è dedicato a Jean Robin (1550-1629), erborista di re Enrico IV di Francia,
nel cui giardino introdusse il primo esemplare d'Europa; il nome specifico
significa 'falsa acacia', dal greco 'akis' (spina). Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Petali bianchi
Rosa arvensis Huds.
Specie subatlantico-sudeuropea presente in tutte le regioni dell'Italia
continentale (la presenza in Sicilia è dubbia). La distribuzione regionale è
estesa, con poche lacune, a tutto il territorio, dalla costa ai fondovalle del
settore alpino; in Carso è piuttosto rara. Cresce in orli e radure di boschi
freschi e ombrosi di querce e carpino bianco, su suoli limoso-argillosi
freschi e con humus dolce, ricchi in composti azotati, da neutri a subacidi,
dal livello del mare sino alla fascia montana inferiore. Come in quasi tutte
le rose selvatiche, i frutti sono commestibili e ricchi di vitamina C, anche
se contengono peli irritanti che ne giustificano certi nomi volgari. Il nome
specifico in latino significa 'dei campi'. Forma biologica: nanofanerofita.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Petali rosa
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Foglie coriacee, verdi, le mediane dei rami fioriferi con 5 foglioline. Petali lunghi (25-)
30-45 mm
Rosa gallica L.
Specie diffusa dall'Europa Centrale alle regioni circostanti il Mar Nero,
presente in tutte le regioni d'Italia. La distribuzione regionale si concentra
nelle aree prossime alla costa (Carso e litorali del Friuli), con stazioni
sparse nell'alta pianura friulana e sui versanti meridionali delle Prealpi
Giulie. Cresce in cedui, boscaglie, prati aridi, Cresce in margini ed orli di
boschi e macchie e nelle lande incespugliate, su suoli limoso-argillosi
piuttosto compatti, umiferi, neutro-basici, dal livello del mare a circa 800
m (raramente sino a 1400 m). I falsi frutti, molto ricchi di vitamina C,
possono venir usati per la preparazione di marmellate. Il nome generico
deriva dal latino 'rosa', dal greco 'rodon', con identico significato; il nome
specifico si riferisce alla Gallia (Francia), ove la specie è presente. Forma
biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.