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Specie mediterraneo-asiatica, presente con due sottospecie in tutta Italia
(salvo che forse in Emilia-Romagna). Nella nostra regione ha
distribuzione sparsa fra la pianura e la fascia montana inferiore; in Carso
è diffusa e comune ovunque, con una certa rarefazione verso il Carso
isontino. Cresce negli orli di boschi maturi termofili ed in radure
boschive, su suoli argillosi umiferi ma ricchi in scheletro, piuttosto ricchi
in calcio ed in composti azotati. Il nome generico deriva dal latino 'viere'
o 'vincire' (legare), ed allude alla presenza dei cirri con cui molte specie si
avvinghiano ad un sostegno. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-agosto.
327
Fiori gialli
328
327
Fiori non gialli
341
328
Pianta laticifera, con latice arancione
Chelidonium majus L.
Specie eurasiatica presente in tutta Italia sino alla fascia montana
inferiore. È diffusa e comune in tutta la nostra regione sino alla fascia
montana inferiore; in Carso è comunissima. Cresce in stazioni spesso
ombreggiate, su suoli umiferi, freschi ed un po' eutrofizzati, ma anche su
vecchi muri e macerie, ai margini di strade e nelle discariche. Tutte le
parti della pianta e specialmente le radici sono tossiche per il loro
contenuto in alcaloidi: chelidonina e cheleritrina, quest'ultima fa starnutire
e provoca sensazione di soffocamento. I principi attivi sono affini a quelli
dell'oppio. Il caratteristico latice arancione se ingerito causa bruciori alla
bocca e alla faringe, vomito, paralisi e anche coma, ma sembra efficace
nel trattamento delle verruche e dei calli. Il colore dorato del latice fece sì
che la pianta divenisse un ingrediente fondamentale nella preparazione
della pietra filosofale da parte degli antichi alchimisti. Il nome generico
deriva dal greco 'chelidon' (rondine), forse per la germinazione
primaverile e l'appassimento autunnale. Forma biologica: emicriptofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
328
Piante non laticifere
329
329
Petali 5
330
329
Petali 4
334
330
Fusto alla base ingrossato in un bulbo largo ca. 1 cm
Ranunculus bulbosus L.
Specie submediterraneo-subatlantica diffusa anche in Nord America ed
Asia occidentale, presente in tutta Italia sino alla fascia montana. Nella
nostra regione è diffusa dalla costa alla fascia montana inferiore; in Carso
è comune ovunque. Cresce nei prati ma anche in aiuole, giardini, scarpate,
ai margini di vie, su suoli argillosi ricchi in basi, da subaridi a freschi. Le
parti fresche sono velenose (protoanemonina). Il nome generico in latino
significa 'piccola rana' e veniva usato sin dai tempi antichi per le sole
specie acquatiche del sottogenere
Batrachion
, anch'esso diminutivo del
greco 'batràchos' (rana); il nome specifico allude alla base del fusto
ingrossata a bulbo. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-ottobre.
330
Fusto non ingrossato in un bulbo alla base
331
331
Foglie pennate
332
331
Foglie palmate
333
332
Sepali 5+5. Fiori non disposti in racemi allungati
Geum urbanum L.
Specie eurasiatico-sudeuropea, ampiamente diffusa in tutta Italia sino alla
fascia montana inferiore. Nella nostra regione è ampiamente diffusa; in
Carso è comune ovunque. Forse originaria di boschi alluvionali
periodicamente inondati, cresce in vegetazioni ruderali e negli orli di
boschi termofili disturbati, su suoli limoso-argillosi freschi in profondità,
ricchi in composti azotati e con humus dolce. Le foglie giovani sono