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fioritura: maggio-settembre.
338
Foglie basali divise, spesso lirate, con segmento terminale
molto più grande, foglie del fusto intere o debolmente
lobate
339
339
Foglie non abbraccianti il fusto con la base
Sinapis arvensis L. subsp. arvensis
La senape selvatica è una specie originariamente mediterranea oggi
divenuta subcosmopolita nelle aree temperato-calde, presente in tutta
Italia. Nella nostra regione è ampiamente diffusa; in Carso non è molto
comune. Cresce nei campi di cereali, in incolti ed in ambienti ruderali, su
suoli argillosi piuttosto ricchi in basi e composti azotati, subneutri, da
piuttosto freschi a subaridi, dal livello del mare alla fascia montana
inferiore. I semi, che possono essere usati nella preparazione della senape,
contengono molti principi attivi tra cui il glicoside sinalbina, che per
azione di enzimi libera un alcaloide, la sinapina, al quale si deve il sapore
piccante. Il nome generico era già usato dagli antichi Greci ('sinápi'), ma è
forse di origine egiziana o indiana; il nome specifico in latino significa
'dei campi arati'. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-luglio.
339
Foglie abbraccianti il fusto con la base
340
340
Foglie basali più brevi di 20 cm. Siliqua a sezione rettangolare. Becco lungo meno del
10% del frutto
Barbarea vulgaris R. Br. subsp. vulgaris
Specie eurosiberiana presente in tutta Italia tranne Valle d'Aosta, Molise e
Sardegna, al di sotto della fascia montana superiore. È diffusa in tutta la
nostra regione; in Carso è sparsa ed incostante. Cresce su terreni mesici a
tessitura argilloso-limosa. Ha comportamento pioniero in situazioni di
forte disturbo, ma è presto eliminata dalla dinamica naturale della
vegetazione. Il nome generico deriva dal giorno di Santa Barbara (4
dicembre), quando le giovani foglie basali venivano raccolte per
preparare insalate. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-luglio.
340
Foglie basali più lunghe di 20 cm. Siliqua a sezione circolare. Becco lungo più del 10%
del frutto
Brassica napus L. subsp. napus
Il cavolo navone è una specie avventizia sfuggita dalle colture, presente in
tutta Italia, dal livello del mare ai 1000 m circa. Nella nostra regione è
concentrata nella parte meridionale, con diverse stazioni nei fondovalle
dell'area montagnosa; in Carso non è rara, ma è sporadica ed incostante.
Cresce in vegetazioni ruderali presso gli abitati, su scarpate, lungo strade
e condotte superficiali, su suoli argillosi ricchi in basi e composti azotati.
Il nome generico era già usato dai Romani per il cavolo. Forma biologica:
terofita scaposa/emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-ottobre.
341
Foglie palmato-divise
342
341
Foglie pennato-divise
348
342
Petali verdi
Helleborus viridis L. subsp. viridis
Specie europeo-subatlantica presente in Italia settentrionale
(dubitativamente in Valle d'Aosta) ed in Toscana. La distribuzione
regionale copre quasi tutto il territorio, con lacune nelle Alpi Giulie, nella
bassa pianura friulana, e nel Carso triestino ove la sottospecie è vicariata
da
H. bocconei
subsp.
istriacus
. Cresce in quercete, boschi misti, faggete
termofile aperte, su suoli frechi e profondi, dalla fascia submediterranea a
quella montana inferiore. Contiene un alcaloide tossico, l'elleborina. Il
nome generico è di etimologia incerta: potrebbe derivare dal semitico
'helebar' che in greco designava una pianta usata contro la follia, oppure