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Nome comune:
Nocciolo maggiore.
Morfologia: A
rbusto deciduo alto sino a 6 m, con tronco largo sino
a 20 cm. Le foglie sono arrotondate, lunghe 5-12 cm e larghe 4-10
cm, con margine grossolanamente e doppiamente seghettato. I fiori
maschili, prodotti a fine inverno, sono disposti in amenti di colore
giallo pallido, lunghi 5-10 cm, quelli femminili sono di colore rosso
vivo, lunghi 1-3 mm. Il frutto è una noce prodotta in gruppi di 1-5,
lunga 1,5-2,5 cm, completamente racchiusa in una lungo involucro
tubolare.
Areale:
Specie originaria di un area che va dai Balcani alla Turchia,
da noi spesso coltivata e a volte presente allo stato subspontaneo.
Presenza nel Parco:
Raro allo stato subspontaneo.
Note:
La noce è commestibile. Per ornamento si coltiva spesso un
cultivar a foglie purpuree.
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Frutto avvolto dall'involucro solo alla base
Corylus avellana L.
Nome comune:
Nocciolo.
Morfologia:
Arbusto o piccolo albero ramificato dalla base, con
corteccia squamosa marrone, lenticellata. Foglie semplici, alterne,
tomentose da giovani; picciolo lungo fino a 1,5 cm; lamina fogliare
da subrotonda ad obovato-ellittica, con margine doppiamente
seghettato ed apice acuminato, lunga fino a 13 cm e larga fino a 10
cm. Infiorescenze maschili (amenti) pendule, lunghe fino a 10 cm;
fiori femminili piccoli e simili a piccole gemme con rossi stimmi
piumosi. Il frutto, la nocciola, è una noce con pericarpo duro e
legnoso, avvolta alla base da un involucro fogliaceo a margine
lobato.
Areale:
Europa, Asia minore e Caucaso.
Habitat:
Querceti, faggete, boschi idrofili della fascia collinare-
montana; radure e mantelli forestali.
Presenza nel Parco:
Comune.
Note:
L’epiteto latino deriva da Avella, un centro della Campania,
noto sin dai tempi dei Romani per la fiorente attività di produzione
di nocciole. Le qualità alimentari della nocciola sono note fin
dall’antichità: in molti siti archeologici del Neolitico si rilevano alte
percentuali di polline di nocciolo. Le nocciole sono un alimento
energetico di grande valore e una preziosa fonte di vitamine e
minerali. L’industria dolciaria utilizza la farina di nocciole per la
produzione di nocciolati, torroni e pasta di gianduia (creata quando
Napoleone bloccò l’importazione delle spezie e si verificò una
penuria di cacao). L’elevata capacità pollonifera ha da sempre
favorito la coltivazione del nocciolo come pianta ornamentale e da
frutto. Il legno, un ottimo combustibile, è utilizzato anche per
palerie. I pastori d’Abruzzo usavano portare bastoni di Nocciolo,
come ci ricorda il D’Annunzio (“…
rinnovato hanno verga
d’avellano
…”) nella poesia “I pastori”.
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Pagina inferiore delle foglie con ciuffi di peli ferruginei alla biforcazione dei nervi.
Frutto subsferico, con coste indistinte
Tilia cordata Mill.
Nome comune:
Tiglio selvatico.
Morfologia:
Albero longevo, alto fino a 30 m, pollonante, con
chioma ampia e corteccia grigia screpolata in età matura. Foglie a
base cuoriforme, con margine finemente seghettato, verdi e glabre di
sopra, grigio-verdi e con ciuffi di peli rossicci all’ascella delle
nervature di sotto. Fiori in infiorescenze pendule di colore giallo-
verdastro, molto profumate. Frutti globosi, lisci e glabri, inseriti alla
base di una grande brattea che ne favorisce la dispersione ad opera
del vento.
Areale:
Europa e Caucaso.