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'hadaéreo' (io aderisco); quello specifico in greco significa
'attorcigliamento', alludendo al modo che ha la pianta di attorcigliarsi
'ad elica' ai suoi supporti. Forma biologica: fanerofita lianosa.
Periodo di fioritura: settembre-ottobre.
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Foglie decidue. Fiori e frutti disposti in grappoli
Vitis vinifera L. subsp. vinifera
Specie tipicamente mediterranea: introdotta con molta probabilità nei
paesi occidentali dai Fenici, è ampiamente coltivata da tempi
antichissimi a partire da forme spontanee, e tende spesso a
rinselvatichire. Cresce in arbusteti e siepi presso gli abitati rurali ed in
vegetazioni ruderali, su suoli limoso-argillosi mediamente profondi,
neutro-subacidi, ricchi in composti azotati. Il nome generico è il
nome latino della vite, che deriva da 'viere' (legare). Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Foglie lobate
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Foglie non lobate
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Pianta laticifera (rompendo un picciolo esce un latice bianco)
Ficus carica L.
Il fico è una specie di origine mediterranea estesa all'Asia
occidentale, da noi di introduzione precolombiana come altre specie
legnose di interesse economico (
Castanea
,
Celtis
,
Juglans
). È
presente in tutta Italia, spontaneo o coltivato, dal livello del mare agli
800 m, anche come piccolo arbusto su muri ed in stazioni rupestri
soleggiate. Le infruttescenze sono costituite da numerosi acheni (i
veri frutti) dentro un'urna (il sicono ingrossato) esternamente verde o
violetta; nel fico selvatico maturano in tre epoche diverse: 1) i
profichi (o fichi fiori), sviluppantisi dalle gemme dell'anno
precedente e maturanti a giugno-luglio, con fiori maschili e femminili
gallicoli brevistili; 2) i forniti (o mammoni o fichi propriamente
detti), sviluppantisi nell'annata e maturanti in agosto-settembre con
fiori sia maschili (pochi) che fiori femminili brevistili e longistili; 3) i
cratiri (o mamme o fichi tardivi), che si formano in autunno e
svernano maturando nella primavera seguente, con soli fiori
femminili gallicoli. La formazione e maturazione dei frutti del fico
selvatico (o caprifico) è possibile solo se avviene la fecondazione da
parte di un insetto, la
Blastophaga psenes
. Nei cratiri in autunno le
femmine depongono le uova entro gli ovari brevistili, trasformandoli
in galle, da cui alla fine dell'aprile successivo si sviluppa la prima
generazione; le femmine fecondate escono e penetrano nei profichi,
deponendo le uova nei fiori gallicoli e dando così origine alla
seconda generazione di insetti, i quali, dopo circa due mesi, uscendo
e caricandosi di polline, entrano nei forniti e li fecondano, facendoli
maturare. Anche i frutti del fico domestico si evolvono e vengono
fecondati dalle femmine dei pronubi, ma, avendo soltanto fiori
longistili, non consentono l'ovodeposizione. Esistono anche varietà
partenocarpiche autofecondanti, che non necessitano della così detta
'caprificazione', cioè della vicinanza dei fichi selvatici. La
disseminazione avviene soprattutto per opera di uccelli. Il nome
generico deriva dal greco 'sycos' (fico), quello specifico allude alla
Caria, regione dell'Asia Minore da cui si riteneva che la pianta
provenisse. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
febbraio-marzo (maturazione: giugno-luglio); maggio-giugno
(maturazione: luglio-ottobre); settembre (maturazione: dicembre-