Pagina 19 - Pramaggiore_book

Versione HTML di base

19
aprile).
42
Piante non laticifere
43
43
Foglie palminervie. Frutto carnoso (mora)
Morus alba L.
Il gelso bianco, originario dell'Asia orientale, è stato introdotto in
Europa probabilmente nel XII secolo per l'allevamento del baco da
seta che lo preferisce al gelso nero. La presenza in Italia è
documentata dal 1434. È ampiamente coltivato nella zona
submediterranea, ed è segnalato come specie avventizia in quasi tutta
Italia. Cresce in filari, siepi, ai margini degli abitati. I frutti sono
commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la loro
breve durata. Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi
Romani per indicare il gelso nero, pianta da loro già conosciuta
perché originaria dell'Asia Minore; deriva a sua volta dal greco antico
'meros' (parte), in riferimento all'infruttescenza formata da tanti
piccoli frutti con involucro carnoso; il nome specifico si riferisce
sempre ai frutti ma questa volta al loro colore prevalente (esistono
anche forme a frutti rosa o violetti, che possono generare confusione
col gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
43
Foglie penninervie. Frutto secco (ghianda)
44
44
Lobi della foglia acutissimi e terminanti in una specie di setola sottile
Quercus cf. rubra L.
La quercia rossa proviene dalle Montagne Rocciose, nel
Nordamerica; è stata introdotta in Europa nel 1724 come pianta
ornamentale per parchi e alberature stradali, mentre ne è documentata
la presenza in Italia dal 1812. Sperimentata a fini forestali dal 1922,
ha trovato largo impiego per la sua facilità di adattamento e per la
crescita rapida, trasformandosi a volte in specie infestante a danno
della flora autoctona e della biodiversità in genere dei boschi
planiziali a querce e carpino bianco, dal livello del mare ai 600 m
circa. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, è di etimologia
incerta, potrebbe derivare da due parole celtiche, 'kaer' e 'quer'
(bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza'; secondo altri deriva dal
greco, indicando il legno ruvido delle piante di questo genere; quello
specifico allude al colore rosso intenso che le foglie assumono in
autunno. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
44
Lobi della foglia da ottusi ad acuti, ma mai terminanti in una setola sottile
Quercus robur L. subsp. robur
La farnia è un albero dell'Europa centro-meridionale presente in tutta
l'Italia continentale con optimum nella fascia submediterranea.
Cresce in boschi planiziali, su terreni profondi e molto freschi. Viene
coltivata per rimboschimenti e per il legname pregiato utilizzato per
travi, costruzioni navali, mobili, scale, parquet, etc. Con il termine
'rovere di Slavonia', il legno di farnia è utilizzato per costruire doghe
delle botti destinate all’invecchiamento di vini pregiati e cognac. Un
tempo le ghiande erano largamente usate per l'alimentazione dei
maiali. È una pianta a crescita lenta ma molto longeva; si conoscono
esemplari di circa 1000 anni. Il nome generico, già in uso presso gli
antichi, è di etimologia incerta, potrebbe derivare da due parole
celtiche, 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza';