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Il ciliegio è oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione in diverse
varietà. L'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal
Caucaso ai Balcani; l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati
nell'Asia occidentale. Allo stato coltivato è comune in tutta Italia sino
alla fascia montana inferiore; allo stato subspontaneo è diffuso ma
non comune. Cresce in boschi mesofili maturi e talvolta nelle siepi,
su suoli argillosi piuttosto profondi e abbastanza ricchi in composti
azotati. Si coltiva per il frutto fresco o da conservare in alcool, come
pianta ornamentale, per la ricca fioritura primaverile e per l'aspetto
che acquisisce in autunno con l'ingiallimento delle foglie, oppure per
il legname. Il legno è duro, a grana uniforme, dalle tonalità calde,
bruno-rossicce, e si presta bene per la costruzione di mobili di pregio
e lavori al tornio. Le foglie contengono una sostanza colorante viola.
Vive tra gli 80 e i 120 anni. Il nome generico, già in uso presso i
Romani, è di etimologia incerta, quello specifico in latino significa
'degli uccelli'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
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Foglie squamiformi
Thuja occidentalis L.
Pianta sempreverde originaria del Nord America, introdotta in
Europa a scopo ornamentale, in Italia è frequentemente coltivata in
parchi e giardini (esistono numerose cultivar diverse per colorazione
del fogliame e portamento generale), e talvolta diffuso allo stato
subspontaneo in Trentino-Alto Adige ed Umbria (non ritrovata in
tempi recenti in Piemonte), dal livello del mare agli 800 m circa. Il
legno veniva utilizzato di frequente dagli indiani d'America per la sua
forza, leggerezza e durevolezza per diversi lavori, come la
costruzione di case e di canoe. Le foglie sono utilizzate come cura
per malattie cutanee. La pianta è tossica per la presenza di thujone. Il
nome generico deriva dal greco 'thuia' o 'thyia', (incenso) per il
caratteristico odore del legno; in America viene chiamato spesso
'Arborvitae' (albero della vita). Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
5
Foglie non squamiformi
6
6
Foglie opposte
7
6
Foglie alterne
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7
Piante lianose, con fusti rampicanti o volubili
8
7
Alberi o arbusti
10
8
Foglie semplici. Fiori a simmetria bilaterale. Frutto carnoso
Lonicera japonica Thunb.
Specie originaria dell'Asia orientale (Cina, Corea, Giappone), è
presente in Italia dal 1820. Introdotta per ornamento ma con forte
propensione a diffondersi spontaneamente, è segnalata come
avventizia in Italia centro-settentrionale (salvo che in Umbria),
Abruzzo e Campania, dal livello del mare ai 600 m circa. Cresce in
vegetazioni ruderali, nelle siepi, ai margini di strade, in discariche,
spesso alla periferia degli abitati, e può essere anche invadente. Le
bacche contengono glucosidi e sono tossiche. Il genere è dedicato al
botanico tedesco Adam Lonitzer-Lonicerus (1528-1586). Il nome
specifico allude ad uno dei paesi di origine. Forma biologica:
fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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Foglie composte (divise in foglioline completamente
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