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e i frutti hanno proprietà officinali. Il nome generico deriva dal
greco 'kratos' (forza), antico nome comune della pianta, quello
specifico deriva dal greco 'mónos' (unico) e 'gyné' (femmina), per
l'ovario monocarpellare. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo
di fioritura: aprile-maggio.
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Piante non spinose
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Pianta laticifera (rompendo un picciolo esce un latice bianco)
Ficus carica L.
Il fico è una specie di origine mediterranea estesa all'Asia
occidentale, da noi di introduzione precolombiana come altre specie
legnose di interesse economico (
Castanea
,
Celtis
,
Juglans
). È
presente in tutta Italia, spontaneo o coltivato, dal livello del mare
agli 800 m, anche come piccolo arbusto su muri ed in stazioni
rupestri soleggiate. Le infruttescenze sono costituite da numerosi
acheni (i veri frutti) dentro un'urna (il sicono ingrossato)
esternamente verde o violetta; nel fico selvatico maturano in tre
epoche diverse: 1) i profichi (o fichi fiori), sviluppantisi dalle
gemme dell'anno precedente e maturanti a giugno-luglio, con fiori
maschili e femminili gallicoli brevistili; 2) i forniti (o mammoni o
fichi propriamente detti), sviluppantisi nell'annata e maturanti in
agosto-settembre con fiori sia maschili (pochi) che fiori femminili
brevistili e longistili; 3) i cratiri (o mamme o fichi tardivi), che si
formano in autunno e svernano maturando nella primavera
seguente, con soli fiori femminili gallicoli. La formazione e
maturazione dei frutti del fico selvatico (o caprifico) è possibile
solo se avviene la fecondazione da parte di un insetto, la
Blastophaga psenes
. Nei cratiri in autunno le femmine depongono
le uova entro gli ovari brevistili, trasformandoli in galle, da cui alla
fine dell'aprile successivo si sviluppa la prima generazione; le
femmine fecondate escono e penetrano nei profichi, deponendo le
uova nei fiori gallicoli e dando così origine alla seconda
generazione di insetti, i quali, dopo circa due mesi, uscendo e
caricandosi di polline, entrano nei forniti e li fecondano, facendoli
maturare. Anche i frutti del fico domestico si evolvono e vengono
fecondati dalle femmine dei pronubi, ma, avendo soltanto fiori
longistili, non consentono l'ovodeposizione. Esistono anche varietà
partenocarpiche autofecondanti, che non necessitano della così detta
'caprificazione', cioè della vicinanza dei fichi selvatici. La
disseminazione avviene soprattutto per opera di uccelli. Il nome
generico deriva dal greco 'sycos' (fico), quello specifico allude alla
Caria, regione dell'Asia Minore da cui si riteneva che la pianta
provenisse. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-marzo (maturazione: giugno-luglio); maggio-
giugno (maturazione: luglio-ottobre); settembre (maturazione:
dicembre-aprile).
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Piante non laticifere
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Foglie parallelinervie, a forma di ventaglio
Ginkgo biloba L.