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Mostra marcata eterofillia, cioè la forma delle foglie dei rami vegetativi è
molto diversa da quella delle foglie dei rami fioriferi. È comunemente
coltivata come pianta ornamentale, come tappezzante di terreni molto
ombreggiati e per ricoprire muri o pergolati. Ne esistono numerosissimi
ibridi e cultivar che differiscono per la forma, dimensioni e colore delle
foglie (frequenti sono quelli a foglie variegate). Sia i Greci che i Romani
consideravano l'edera un simbolo di forza vitale; questo per la sua longevità
e perché si tratta di una pianta sempreverde. I fiori, ricchi di nettare, sono
visitati da molte specie di insetti (es. api). La pianta è tossica (saponine
triterpeniche ed alcaloidi) se ingerita ed il contatto con le foglie può
originare reazioni fotoallergiche. Il nome generico è assonante con
'hadaéreo' (io aderisco); quello specifico in greco significa
'attorcigliamento', alludendo al modo che ha la pianta di attorcigliarsi 'ad
elica' ai suoi supporti. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di
fioritura: settembre-ottobre.
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Foglie non sempreverdi, di color verde chiaro. Fiori e frutti in grappoli. Fusti con viticci
Vitis vinifera L. subsp. vinifera
Specie tipicamente mediterranea: introdotta con molta probabilità nei paesi
occidentali dai Fenici, è ampiamente coltivata da tempi antichissimi a
partire da forme spontanee, e tende spesso a rinselvatichire. Nella nostra
regione è diffusamente coltivata; in Carso è piuttosto comune anche allo
stato subspontaneo. Cresce in arbusteti e siepi presso gli abitati rurali ed in
vegetazioni ruderali, su suoli limoso-argillosi mediamente profondi, neutro-
subacidi, ricchi in composti azotati. Il nome generico è il nome latino della
vite, che deriva da 'viere' (legare). Forma biologica: fanerofita lianosa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Foglie con almeno 3 lobi ben evidenti
Hibiscus syriacus L.
Specie originaria della Cina, dove è coltivata da moltissimo tempo e non si
conosce con sicurezza allo stato spontaneo, la sua presenza è documentata
in Italia dal 1596. È un arbusto rustico ampiamente utilizzato a scopo
ornamentale in tutta Italia, dal livello del mare ai 600 m circa, che tende
anche a riprodursi in modo subspontaneo. Sono state selezionate diverse
varietà con i fiori dai colori e dimensioni diverse. È il fiore nazionale della
Corea del Sud. Il nome specifico fa riferimento alla Siria perché si riteneva
erroneamente che la pianta fosse originaria del Medio Oriente. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Foglie non lobate
40
40
Foglie a contorno triangolare, romboidale o pentagonale
41
40
Foglie a contorno ovale o ellittico
43
41
Foglie parallelinervie, più larghe verso l'apice
Ginkgo biloba L.
Il ginkgo è un fossile vivente ed unica specie ancora sopravvissuta della
famiglia
Ginkgoaceae
ma anche dell'intero ordine Ginkgoales e della
divisione delle Ginkgophyta. La pianta, originaria della Cina, viene
chiamata volgarmente anche ginko, ginco e albero di capelvenere. In Cina
sono stati rinvenuti fossili che risalgono all'era mesozoica. La pianta è stata
ritenuta estinta per secoli ma, recentemente, ne sono state scoperte almeno
due stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Non
tutti i botanici concordano però sul fatto che queste stazioni siano davvero
spontanee, perché il ginkgo è stato estesamente coltivato per millenni dai
monaci cinesi. In Italia viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei
parchi, senza tendenza ad inselvatichire, dal livello del mare ai 600 m circa.
Il nome del genere
Ginkgo
deriverebbe dal cinese 'yin' (argento) e 'xìng'
(albicocca), che per un'errata trascrizione della forma giapponese 'ginkyō'
da parte del botanico tedesco Engelbert Kaempfer ha mutato la lettera y in
g; il nome della specie deriva invece dal latino 'bis' e 'lobus' con riferimento
alla divisione in due lobi delle foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: luglio-agosto.