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Foglie a forma di ago o di squama
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1
Foglie non a forma di ago o di squama
12
2
Foglie a forma di squama
3
2
Foglie aghiformi
4
3
Rami verdi disposti in tutti i sensi. Pigne più larghe di 2 cm
Cupressus sempervirens L.
Specie originaria dell'Asia Minore e del Mediterraneo orientale, da tempi
antichissimi molto utilizzata in Italia sia a scopo ornamentale sia negli
impianti di rimboschimento, ma senza alcuna tendenza a spontaneizzarsi. Il
cipresso è stato introdotto in Italia forse dagli Etruschi e poi si è diffuso
entrando stabilmente fra i componenti del nostro paesaggio. Tollera la
siccità e si adatta a qualsiasi terreno, ma è soggetto a malattie crittogamiche
e a parassiti animali: il fungo
Coryneum cardinale
Wag. ha minacciato
l'esistenza dei cipressi italiani. Il cipresso è ampiamente coltivato per il suo
portamento, che lo rende adatto alla realizzazione di giardini all'italiana e
alberature stradali, siepi frangivento e rimboschimenti. Le foglie, i rami e le
pigne hanno impiego officinale, dalla corteccia si ricava per distillazione un
olio essenziale usato in profumeria. Il nome del genere è quello comune
presso i Romani, derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io
genero, produco germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento
all'accrescimento simmetrico della pianta. Il nome specifico in latino
significa 'sempreverde'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: febbraio-maggio.
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Rami tendenti a disporsi sullo stesso piano. Pigne più strette di 2 cm
Chamaecyparis lawsoniana (A.Murray) Parl.
Genere di arbusti/alberi originari delle coste occidentali e orientali del Nord
America, e delle coste orientali dell'Asia. Quattro specie (
C. lawsoniana
,
C.
obtusa
,
C. pisifera
e
C. thyoides
) sono ampiamente coltivate da noi come
piante ornamentali, con centinaia di cultivar che includono forme nane, a
fogliame giallastro, bluastro od argentino, forme che mantengono
perennemente le foglie giovanili, forme con getti filliformi scarsamente
ramificati. Il legno, fortemente profumato, è considerato pregiato,
soprattutto in Giappone, ove viene usato per la costruzione di templi. Il
nome generico deriva dal greco 'khamai' (basso) e 'kuparissos' (cipresso); la
specie fu introdotta dall'America e coltivata per la prima volta in Europa
nel 1854 nel vivaio 'Lawson & Son Nursery' di Edimburgo, da cui deriva il
nome specifico. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2, o addensate in
ciuffetti su brevi rami laterali
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4
Foglie solitarie, sparse sui rami
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5
Foglie addensate in ciuffetti su brevi rami laterali
Cedrus deodara (Roxb.) G. Don
Questa specie, nativa nel versante occidentale dell'Himalaya (Afghanistan,
Pakistan, Kashmir, India nord-occidentale) dove vive tra i 1000 e i 2800 m,
fu introdotta in Europa a scopo ornamentale nel 1822. È utilizzata in
Europa come albero ornamentale in grandi parchi e giardini, ma solo in
aree con inverno mite. Può vivere 150-200 anni. In Italia è segnalata a
partire dal 1828, ed è oggi è presente con più varietà; è segnalato come
specie avventizia in Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto e Campania.
Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a –20°C) eliminarono gran
parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei luoghi d'origine il legno era
storicamente usato per costruire templi, idoli e oggetti sacri. È abbastanza
sensibile agli inquinanti atmosferici. Il nome generico deriva dal termine
greco 'kédros', che indicava una conifera non meglio identificata; il nome
specifico deriva dal sanscrito 'devadāru' o 'devodara' (albero degli dèi), in
riferimento alla sua imponenza e all'utilizzo del legno. Forma biologica:
fanerofita scaposa.
5
Foglie riunite alla base in fascetti di 2
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