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Famiglia
Arecaceae.
Area d'origine
India.
Etimologia
Il
termine generico è l'antica denominazione, già citata da
Teofrasto, delle piante di questo genere; deriva da
'phoinix' = fenicio perché sarebbero stati proprio i Fenici a
diffonderle. Il termine specifico deriva dal latino 'silvester'
= silvestre, che vive nei boschi, in riferimento all'habitat di
questa specie.
Descrizione
Elegante palma, molto simile
nell'aspetto a Phoenix canariensis Hort., con tronco
imponente singolo, robusto, eretto, alto fino a 15-20 m,
coperto dalle cicatrici delle foglie cadute. Le foglie,
disposte in una densa rosetta alla sommità del fusto, sono
pennate, arcuate, lunghe 3-4 m, di colore grigio-verde,
portate da un picciolo spinoso per la trasformazione dei
segmenti inferiori in lunghe spine rigide e appuntite. I fiori
sono piccoli, di colore bianco-giallastro, unisessuali su piante distinte, riuniti in infiorescenze paniculate,
ascellari, lunghe fino a 60 cm, avvolte inizialmente da due spate. I frutti sono bacche ovoidali, di colore
giallo-arancio a maturità.
Periodo di fioritura
Fiorisce in inverno, nei mesi di Febbraio e Marzo.
Coltivazione
Pianta di rapido accrescimento, sensibile al freddo, cresce bene all'aperto nelle regioni a clima
mite, richiede esposizioni soleggiate e terreno di qualsiasi natura, fertile e ben drenato. Giovani esemplari
possono essere coltivati anche in vaso. Si moltiplica per semina in primavera. Può essere infestata dal ragnetto
rosso. Può essere attaccata anche dal fungo Graphiola phoenicis (Moug.) Poit. che provoca la morte precoce
delle foglie.
Uso
Si coltiva raramente nei giardini mediterranei. In India dal succo condensato dei frutti viene
ricavato uno zucchero di datteri di buon valore commerciale. Alcuni studiosi ipotizzano che questa specie
possa rappresentare la progenitrice di tutte le altre specie del genere Phoenix.
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Foglie glauche. Frutto più lungo di 2 cm (dattero)
Phoenix dactylifera L.
Famiglia
Arecaceae.
Area d'origine
Nord Africa, Arabia.
Etimologia
Il termine generico è un antico nome, gia
citato da Teofrasto, con cui i Greci chiamavano le piante
di questo genere; deriva da 'phoenix' = fenicio, perché
sarebbero stati proprio i Fenici a far conoscere queste
piante ai Greci. Il termine specifico è composto da
'dactylus' = dattero (dal greco 'dactylos'), e 'fero' = io
porto, cioè portatrice di datteri.
Descrizione
Imponente
palma con tronco slanciato, pollonante, alto fino a 30 m,
vistosamente coperto dalle cicatrici delle guaine delle
foglie cadute. Le foglie, riunite in un numero massimo di
20-30 a formare una rada corona apicale, sono pennate,
lunghe fino a 6 m, le superiori ascendenti, le basali ricurve
verso il basso, con segmenti coriacei, lineari, rigidi e
pungenti, di colore verde glauco. I fiori, unisessuali su individui diversi (specie dioica), sono piccoli, di colore
biancastro, fragranti, riuniti in spadici ascellari lunghi fino a 120 cm e fortemente ricurvi per il peso dei frutti.
I frutti, comunemente noti come datteri, sono bacche oblunghe, di colore arancio-scuro a maturità, lunghe fino
a 5 cm nelle varietà coltivate, con polpa zuccherina, contenenti un seme di consistenza legnosa.
Coltivazione
Pianta sensibile al freddo, cresce all'aperto nelle regioni a clima mite. Richiede esposizioni soleggiate e
terreno di qualsiasi natura, fertile e ben drenato. Si moltiplica per polloni o per semina in primavera. Può
essere infestata dal ragnetto rosso.
Uso
Introdotta nei giardini europei intorno al 1597, viene coltivata come
pianta ornamentale per il portamento slanciato ed il fogliame. I datteri costituiscono un alimento fondamentale
per le popolazioni dell'Arabia, Egitto, Persia, dove centinaia di varietà vengono coltivate per scopi
commerciali. Le migliori qualità di datteri contengono fino al 60% di zuccheri. Nota sin dall'antichità, questa
palma era considerata dagli Egizi simbolo di fertilità; era rappresentata dai Cartaginesi nelle monete e nei
monumenti e utilizzata da Greci e Latini come ornamento per celebrazioni trionfali. Nella tradizione cristiana,
le foglie di questa palma sono un simbolo di pace: ricordano l'entrata di Gesù in Gerusalemme.
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Foglie verdi. Frutto lungo ca. 2 cm
Phoenix canariensis Chabaud
Famiglia
Arecaceae.
Area d'origine
Isole Canarie.
Etimologia
Il termine generico è un antico nome, già
citato da Teofrasto, con cui i Greci chiamavano le piante
di questo genere; deriva da 'phoenix' = fenicio, perché
sarebbero stati proprio i Fenici a far conoscere queste
piante ai Greci. Il termine specifico si riferisce all'area di
origine della pianta.
Descrizione
Palma d'aspetto
maestoso,
compatta
e
vigorosa
da
giovane,
successivamente con tronco tozzo, robusto, alto fino a 15
m, vistosamente ricoperto dalle cicatrici delle foglie
cadute. Le foglie, disposte in una densa corona apicale e
portate da robusti piccioli dai bordi spinosi, sono pennate,
lunghe, con segmenti lineari-lanceolati, rigidi, inseriti sul
rachide secondo diversi angoli e con margini rivolti verso
l'alto (induplicati), quelli basali trasformati in lunghe spine verdi. I fiori, unisessuali su individui diversi
(specie dioica), sono piccoli, di colore giallo-arancio, riuniti in spadici ramificati e sorretti da peduncoli
ricurvi, lunghi fino a 1 m. I frutti sono delle bacche ellissoidali, di colore giallo-arancio, non commestibili, il