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animali selvatici ed anche da alcuni animali domestici (mucche, pecore, capre, ecc.); sono irritanti per i
gallinacei.
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Foglie pennate
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Foglie 2-4-pennate. Fiori violetti
Jacaranda mimosaefolia D. Don
Famiglia
Bignoniaceae.
Sinonimi
Jacaranda acutifolia Humb. &
Bonpl.; Jacaranda ovalifolia R. Br.
Area d'origine
Brasile, Perù.
Etimologia
Il termine generico è la latinizzazione del nome
indigeno. Il termine specifico allude alla morfologia delle foglie
che ricordano quelle della Mimosa.
Descrizione
Albero
semisempreverde, alto 8-20 m, fino a 30 m nel paese d'origine,
con fusto eretto e rami robusti. Le foglie sono eleganti, lunghe
fino a 45 cm, composte, bipennate, con pinnule imparipennate
formate da numerose paia di foglioline (10-30), ovali-lanceolate,
mucronate all'apice, persistenti fino a Dicembre-Gennaio. I fiori,
di colore blu-violetto, sono riuniti in pannocchie terminali erette;
hanno una corolla tubuloso-ventricolosa, bilabiata, con labbro
superiore trilobo e labbro inferiore bilobo. I frutti sono grosse
capsule legnose deiscenti, globoso-ovoidee, compresse, con
margine ondulato, di colore cuoio a maturità, contenenti
numerosi semi alati.
Periodo di fioritura
Fiorisce tra la
primavera e l'estate, da Maggio, prima della fogliazione, a
Luglio; spesso rifiorisce in autunno.
Periodo di fruttificazione
I
frutti maturano in inverno e persistono a lungo sulla pianta.
Coltivazione
Pianta piuttosto sensibile al freddo, cresce all'aperto
nelle regioni a clima mite. Predilige esposizioni soleggiate e
terreno di qualsiasi natura ma ben drenato. Si moltiplica per seme
in primavera o per talea di legno semimaturo in estate.
Uso
Si
coltiva come pianta ornamentale per la vistosa e intensa fioritura
e per il fogliame elegante, assai frequente lungo i viali urbani, in
parchi e giardini. Fornisce un legno compatto, duro, facilmente lavorabile, apprezzato per lavori al tornio e di
impiallacciatura, noto come Palissandro del Brasile.
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Foglie semplicemente pennate. Fiori bianchi
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Foglie non odorose. Infiorescenze non ombrelliformi. Frutto secco
Fraxinus ornus L. subsp. ornus
Famiglia
Oleaceae.
Sinonimi
Fraxinus rotundifolia
Lamk.; Ornus europaea Pers.
Area d'origine
Regione
mediterranea, Oriente.
Etimologia
Il termine generico è il
nome comune latino dato alle piante di questo genere;
sembra che esso derivi dal greco 'phraxo' = io chiudo,
perché tali piante venivano spesso utilizzate come siepi da
cinta. Il termine specifico è l'antico nome volgare latino di
questa specie.
Descrizione
Albero caducifoglio, talora
arbusto, alto 1-10 m, con corteccia opaca, nerastra,
compatta, e rami opposti. Gemme con tomento rossiccio.
Le foglie sono caduche, opposte, composte,
imparipennate, con 7, raramente 5 o 9 foglioline
ottusamente dentate, le laterali lunghe 5-10 cm, lanceolate
o ellittiche, 3 volte più lunghe che larghe, la fogliolina
apicale generalmente obovata, 2 volte più lunga che larga. I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, dialipetali, con
calice a 4 lacinie e corolla a 4 petali bianchi; gli stami sono 2, gialli; l'ovario, a 2 logge, si prolunga in un
breve stilo bifido; le infiorescenze sono pannocchie dense, erette, generalmente apicali. Il frutto è una samara
ellittico-spatolata, 4 x 20-25 mm, largamente alata all'apice, cuneata alla base; il seme misura circa 10 mm.
Periodo di fioritura
Fiorisce nei mesi di Aprile e Maggio.
Uso
Il frassino ha proprietà officinali: la corteccia
veniva utilizzata contro la splenomegalia e la malaria. La manna è un purgante che non provoca né coliche né
nausea, quindi particolarmente indicato per i bambini.
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Foglie di odore sgradevole se sfregate tra le dita. Infiorescenze ombrelliformi. Frutto
carnoso nero
Sambucus nigra L.