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Famiglia
Rosaceae.
Area d'origine
Europa, Asia
temperata.
Etimologia
Il termine generico deriva dal
greco 'krátaigos', nome comune della pianta. Il termine
specifico deriva dal greco 'mónos' = unico e 'gyné' =
femmina, in riferimento all'ovario monocarpellare.
Descrizione
Arbusto caducifoglio, raramente piccolo
albero, alto 1-5 m, con rami principali normalmente
sviluppati e rametti spinescenti all'estremità. I rami
giovani sono lisci, bruno-grigiastri o rossicci, con
lenticelle poco evidenti. Le foglie sono caduche (ma nel
clima mediterraneo persistono anche in inverno), alterne, a
contorno ovale o rombico, intere o più frequentemente
incise, con 3-5 lobi allungati, dentati solo nella parte
terminale, cuneate alla base, 3-6 x 1-4 cm; picciolo lungo
1-3 cm; stipole fogliacee, a ventaglio, dentate. I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, dialipetali, con calice a 5
sepali triangolari, e corolla a 5 petali bianchi, rotondeggianti, lunghi 5-6 mm; stami numerosi, con antere
porporine, giallo-brune dopo la fuoriuscita del polline; ovario infero con stilo e stimma unico; infiorescenze in
densi corimbi multiflori, eretti, con assi pubescenti. Il frutto è un pomo, di forma più o meno rotonda, rosso,
contenete un solo seme.
Periodo di fioritura
Fiorisce nel mese di Giugno.
Coltivazione
Pianta piuttosto
rustica, preferisce pieno sole e terreno ben drenato. Ne esistono numerose varietà coltivate con diversi colori
di fiori. Si moltiplica per seme.
Uso
È una pianta ornamentale usata per siepi e giardini, apprezzata per la
fioritura prolungata e profumata e anche per il colore vivace dei frutti che perdurano a lungo sulla pianta. Le
foglie e i frutti hanno proprietà officinali.
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Foglie composte o intere, non lobate
60
60
Foglie composte (divise in tante foglioline)
61
60
Foglie non composte
62
61
Foglie imparipennate. Fiori bianchi, con petali
Robinia pseudacacia L.
Famiglia
Caesalpiniaceae.
Area d'origine
America
settentrionale.
Etimologia
Il termine generico è dedicato a
Jean Robin (1550-1629), erborista di re Enrico IV di
Francia, nel cui giardino introdusse il primo esemplare
d'Europa nel 1601. Il termine specifico significa 'falsa
acacia' e deriva dal greco 'pseudés' = falso e da 'Acacia',
altro genere di Leguminose con il quale la pianta era stata
in passato confusa.
Descrizione
Arbusto o albero deciduo
alto fino a 25 m con corteccia fortemente rugosa e
scanalata di colore scuro. Le foglie sono alterne, sottese da
una coppia di spine stipolari, imparipennate, composte da
11-13 foglioline ovali, arrotondate od ottuse all'apice,
talora retuse, più chiare nella pagina inferiore. I fiori,
riuniti in racemi penduli, hanno una corolla tipicamente
papilionacea di colore bianco, con vessillo giallastro alla base, leggermente profumata. I frutti sono legumi
penduli, glabri, scuri e compressi, lunghi fino a 10 cm.
Periodo di fioritura
Fiorisce nei mesi di Maggio e
Giugno.
Coltivazione
È una specie rustica, si adatta a terreni di qualsiasi natura e predilige esposizioni
soleggiate. Si moltiplica per trapianto di polloni o per seme in autunno oppure per talea in inverno.
Uso
Ampiamente naturalizzata in tutta Italia e gran parte dell'Europa, viene frequentemente usata a scopo
ornamentale soprattutto per il fogliame e la fioritura. Spesso viene utilizzata allo stato arbustivo per
rimboschimento e per contenere argini e scarpate. I fiori, ricchi di glicosidi flavonoidici (robinoside), olio
essenziale e glicosidi cardiotonici, sono utilizzati in erboristeria per la loro azione diuretica, antispasmodica e
colagoga. Fornisce un legno duro, scuro perché ricco di tannini, molto resistente e ben adatto a svariati usi
agricoli (pali, steccati, ecc.).
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Foglie paripennate. Fiori gialli, senza petali
Acacia farnesiana (L.) Willd.